È la prima regia lirica di Davide Enia, scrittore, drammaturgo, narratore palermitano. Ed è una regia che si misura con L’Oca del Cairo, opera buffa incompiuta di Mozart, che andrà in scena al Teatro Massimo di Palermo (Sala Onu) da oggi a domenica 30 aprile, direttore Silvia Spinnato, Orchestra del Teatro Massimo. Spettacoli mattutini per le scuole, alle 9.30 e alle 11.30, e poi repliche aperte a tutti sabato 22 aprile e sabato 29 aprile alle 17.30, e domenica 23 e domenica 30 alle 11.30. Il manoscritto originale de L’Oca del Cairo, conservato nella Biblioteca di Berlino, comprende un recitativo, due arie e sei pezzi completi nelle parti vocali e nella parte del basso armonico, a volte arricchiti di alcune battute interamente orchestrate, a volte di soli accenni di orchestrazione. ”Mozart, che iniziò a comporla a 27 anni, nella sua piena maturità musicale, non la completò per due ragioni – spiega Enia – la prima è perché erano finiti i soldi, la seconda perché il libretto non funzionava assolutamente. Io e il direttore Silvia Spinnato abbiamo fatto un’operazione di ricomposizione dopo un lavoro scrupoloso sulla partitura musicale grazie al quale abbiamo espunto tutto quello che mozartiano non era, e che era stato aggiunto successivamente. E abbiamo integrato quel che mancava con brani de Il Flauto magico. Ne viene fuori, per così dire, un ultra-Mozart”. Recite prese d’assalto e già esaurite per uno spettacolo pieno di invenzioni registiche costruite a misura della sala Onu del Teatro Massimo, di forma circolare. A partire dalla collocazione del pubblico, che si siede a metà, tra l’orchestra (posta dietro) e i cantanti (posta davanti). I cantanti sono su pedane staccate l’una dall’altra, mentre i servi si muovono sulla scena.