La promessa di costruire davvero il muro con il Messico è stata politicamente mitigata dalla possibilità di realizzare una recinzione in parte costituita da una rete, come chiesto da una mozione repubblicana. Trump ha aperto a questa opzione, senza però dettagliare. L’imprenditore che tra poco più di due mesi si insedierà alla Casa Bianca ha detto che l’immigrazione è una delle tre priorità discusse con lo speaker della Camera Paul Ryan, a fianco della riforma sanitaria voluta da Obama, l’Obamacare (che con una giravolta rispetto alla campagna elettorale Trump ora afferma di voler salvare in parte) e una legge per abbassare le tasse e semplificare il codice fiscale. Trump ha lanciato anche qualche messaggio conciliante, in particolare sulle nozze gay: “Sono legge, è stato stabilito dalla Corte Suprema, voglio dire, è cosa fatta”, ha risposto alla intervistatrice che gli chiedeva se approva la parità tra matrimoni etero e omosessuali. “Nessun problema, mi va bene così”, ha aggiunto.
Prima che andasse in onda la versione integrale dell’intervista sulle priorità della sua presidenza, Trump ha deciso ieri le prime due nomine di altissimo livello in vista della formazione del nuovo governo, con Reince Priebus che diventa capo di gabinetto dell’amministrazione presidenziale e Steve Bannon consigliere-stratega, incaricato di dare la linea per politica nazionale ed estera. L’assegnazione a Priebus della carica di chief of staff rassicura il partito Repubblicano: è il capo del Comitato Nazionale Repubblicano, ha molto esperienza ed è considerato la figura ponte verso gli spaventati vertici del Gop, a cominciare dallo speaker della Camera Paul Ryan. Ma assieme alla sua nomina è arrivata ieri sera quella di Steve Bannon come consigliere presidenziale senior, ovvero il capo stratega. Bannon è figura di tutt’altro tipo: è stato il regista della campagna elettorale di Trump e per occuparsi della corsa verso la Casa Bianca ha preso un sabbatico dal sito di notizie Breitbart, voce delle posizioni più conservatrici e spesso estremiste tra i media statunitensi. Sono celebri le sue invettive anti-immigrati, ha paragonato l’aborto all’Olocausto. I primi commenti degli analisti fanno notare che con questa accoppiata Trump intende mantenere i toni populisti, mitigati da pragmatismo politico. “Non voglio essere un personaggio piccolino, carino e monotono”, ha messo in chiaro il neo-eletto.