Politica interna
Centrodestra: Il futuro è rappresentato dal centrodestra. Lo ha affermato Parisi, protagonista di un lungo discorso durante la convention da lui organizzata con l’obiettivo di rigenerare il centrodestra. Il consulente voluto da Berlusconi ha mostrato reattività (“se siamo uniti siamo già pronti a governare e sostituire Renzi”) ma anche apertura alle correnti più estreme, come quella di Salvini. Parisi è convinto che il suo progetto non rappresenti “una setta” e lo dimostra l’intenzione di “mandare un messaggio agli altri partiti del centrodestra”. In ambito di programmi, il manager romano si è riallacciato al manifesto di Berlusconi del 1994, considerato “un grande manifesto liberale” ma che necessiterà di aggiornamenti. L’obiettivo principale delle critiche di Parisi è stato Renzi, definito “maestro di furbizie tattiche” e reo di star portando lo sviluppo economico al declino. Non sono stati risparmiati nemmeno i grillini, considerati senza esperienza. In chiusura una considerazione che in poco tempo solleva polemiche: secondo Parisi “l’ambiente è una grande opportunità così come lo è il tema del terremoto”, ma lo staff chiarisce subito che ogni riferimento all’approfittarsi del terremoto è una cattiva interpretazione di ciò che Parisi voleva veramente dire. Il discorso infatti faceva riferimento alla prevenzione nei confronti di eventi catastrofici in ambito ambientale.
M5S: I continui dibattiti attorno a Raggi e agli ultimi sviluppi del Movimento starebbero convincendo Beppe Grillo a dare un colpo di spugna. Con il già annunciato superamento del Direttorio, Grillo sta cercando di coinvolgere sempre più Davide Casaleggio nel gioco politico, tornando a fare perno sull’asse Genova-Milano. Da questa nuova fase dovrebbero uscirne rafforzati Di Battista e Di Maio, che diverrebbero le due figure politiche centrali del nuovo corso del M5S. L’obiettivo è quello di presentare la nuova veste la prossima settimana all’incontro in Sicilia.
Renzi: In un’intervista al Corriere della Sera il premier Renzi ha definito il vertice di Bratislava “un’occasione persa”, non avendo fornito una risposta alla crisi europea causata dalla Brexit. L’attrito con Merkel è confermato dal fastidio di Renzi verso l’espressione “spirito di Bratislava” che, secondo il politico fiorentino, potrebbe rischiare di trasformarsi presto nel “fantasma dell’Europa”. Parlando di Referendum, il premier ha dichiarato di non essere “mai stato ottimista sull’esito come adesso”. E sull’Italicum, nonostante sia considerato “un’ottima legge elettorale che garantisce governabilità e rappresentanza”, Renzi ha mostrato piena apertura al dialogo, qualunque sia l’esito della Consulta. Toccherà ora alle opposizioni fare la propria mossa.
Politica estera
Ue: Un Renzi all’attacco ha bocciato dal palco del Wired Next Fest di Firenze i lavori del vertice di Bratislava, che hanno portato solo a “un documento all’acqua di rose”. Le mancanze principali sono state sui delicati temi dei migranti e della flessibilità. L’Italia è l’unica secondo Renzi ad aver intrapreso iniziative concrete sull’immigrazione, mentre il discorso sull’Africa e sul Migration Compact cadeva nel vuoto. Sulla questione è intervenuto anche il Papa, che ha definito il problema dei migranti “la crisi umanitaria più grave dopo la II guerra mondiale” e ha proposto come soluzione l’ospitalità. Renzi si è poi concentrato sull’austerity, considerata un rimedio inutile e che ha dimostrato già il suo fallimento. Il premier si prepara al prossimo incontro (marzo 2017 a Roma) convinto che “abbiamo davanti sei mesi fondamentali per fare un grande lavoro”, che porterà però risultati solo se tutti (Francia e Germania comprese) accetteranno di cambiare marcia in ambito di crescita.
Russia: Oggi si voterà in Russia per rinnovare la Duma federale. Le previsioni dei sondaggi danno come superfavorito il partito di Putin, con solo altre tre formazioni politiche che supereranno la soglia del 5%: i comunisti, i liberal-nazionalisti di Vladimir Zhirinovskij e i centristi di Russia Giusta. La votazione sarà contraddistinta dalla novità dei 250 collegi uninominali che affiancheranno il voto proporzionale. Il cambiamento sarebbe stato introdotto, secondo il politologo Belkovskji, per spegnere sul nascere polemiche su brogli e frodi, così come avvenne nelle elezioni del 2011.
Economia e Finanza
Legge di Bilancio: E’ in via di definizione la manovra del governo, che al momento prevede una spesa da 23 a 26 miliardi. Tra i provvedimenti il costo maggiore sarà rappresentato dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia fiscali (15 miliardi), mentre gli altri riguarderanno il pacchetto di rilancio “Industria 4.0” (2 mld), le modifiche al Lavoro (600-900 milioni), le novità per istruzione e ricerca (500 mln) e la proroga dei bonus energetici e per le ristrutturazioni (0,2 mld). A questa lista si aggiungerà l’Ape (2 mld), i fondi per il rinnovo del contratto degli statali (500 mln), 2-300 milioni per aiutare le famiglie in difficoltà e 1,2 miliardi per le “spese indifferibili”. Infine da considerare il taglio di tre punti dell’Ires che era già stato previsto nell’anno precedente. Renzi ha affermato di puntare per il futuro al 2% di crescita del Pil e ha rinnovato il suo attacco all’austerità, considerata deleteria, mentre la ricetta “della crescita degli Usa e di Obama era ed è giusta”.
Apple-Ue: Lo scontro tra i due continenti dà il benvenuto a un altro attore. Ieri si è schierato il Business Roundtable, l’associazione degli industriali statunitensi, che ha inviato una lettera ai Paesi membri minacciando che in caso di proseguimento del procedimento fiscale verso Apple, non mancheranno “turbolenze negli investimenti e negli scambi commerciali”. La lettera giunge alla vigilia dell’importante incontro a Washington tra Margrethe Vestager, commissario Ue per la Concorrenza, e Jack Lew, segretario del Tesoro Usa. L’attacco del Business Roundtable non è stato commentato dalla Commissione, che a livello giuridico parte comunque avvantaggiata nel ricorso avanzato dall’Irlanda sulla questione Apple. Un precedente del 2004 infatti nega la possibilità al Consiglio degli Stati membri di andare contro a una decisione della Commissione in ambito di aiuto di Stato illegale.