La vicenda delle firme false sulle liste elettorali delle Comunali del 2012 a Palermo si allarga e finisce per coinvolgere alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle. Notizia confermata ieri da una sfilza di iscrizioni nel registro degli indagati da parte della Procura e che alimenta imbarazzi nel M5S siciliano, che fu tra i primi a segnare l’esplosione elettorale dopo lo sbarco a nuoto di Grillo. Forse si tratterà solo di “peccati veniali”, come minimizza il deputato Andrea Lecconi, ma è già scattato il toto-indagato sui nomi ancora top secret dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dalla sostituta Claudia Ferrari. L’indagine partita da un servizio de “Le Iene”, mette nel mirino da diverse settimane militanti e parlamentari come Riccardo Nuti, Samantha Busalacchi, Giorgio Giaccio, Qaudia La Rocca e Qaudia Mannino. Tatti spiazzati dalle prime denunce di un professore di educazione fisica, Vincenzo Pintagro, irritato perché sost iene di aver visto “correggere” una sfilza di firme. In effetti pare che su duemila ne risultassero valide solo 800. Inevitabili le reazioni da parte del fronte renziano: David Ermini, responsabile Giustizia Pd: “Smettano di dare lezioni perché il loro Movimento non è più puro di altri…”. E il segretario pd di Palermo, Carmelo Miceli, su Twitter: “Saremo parte civile contro tutti gli imputati per le firme false”.
Fonte: Corriere della Sera