“E’ stato Tito’ a uccidere Fortuna”.  Lo ha detto la teste di 13 anni, sentita oggi al Tribunale di Napoli Nord, nell’incidente probatorio effettuato nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni morta nel 2014 a Caivano. A darne conferma sono gli avvocati. ‘Tito”, ossia Raimondo Caputo, indagato per l’omicidio, ha reso dichiarazioni spontanee accusando del delitto la compagna, che era presente, e la prima figlia della donna, amichetta del cuore di Fortuna e sua accusatrice.

Raimondo Caputo, invece, accusa Marianna Fabozzi e sua figlia dell’omicidio di FORTUNA Loffredo. Lo ha fatto rendendo  dichiarazioni spontanee al giudice, in occasione dell’incidente  probatorio svolto al Tribunale di Napoli Nord ad Aversa (Caserta) nel  corso del quale è stata ascoltata come teste la 13enne alla quale la  figlia di Fabozzi ha detto che l’omicida della bimba uccisa il 24  giugno 2014 era lo stesso Caputo. La 13enne ha confermato nel corso  dell’incidente probatorio la sua versione.

Ad Aversa erano presenti sia Caputo che Marianna Fabozzi, detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli per avere, secondo la Procura di Napoli  Nord, coperto violenze sessuali commesse da Caputo nei confronti delle sue figlie.       Angelo Pisani, avvocato difensore della famiglia Loffredo, annuncia  che chiederà un confronto tra i due e l’intenzione di “rivalutare bene le dichiarazioni delle figlie della Fabozzi”, già ascoltate in sede di incidente probatorio, “per capire se la maggiore dice la verità. E’  chiaro comunque che dietro questo omicidio c’è la responsabilità di  più persone”.