Di Raffaele Ambrosino

La povera anatra azzoppata dalla doppietta del cacciatore poteva mai sapere che la sua condizione fisica sarebbe stata usata per descrivere un particolare esito elettorale? E invece è proprio il ferimento del simpatico uccello dalle zampe palmate l’esempio più calzante per descrivere lo scenario che con grosse probabilità si delineerà a Napoli una volta chiuse le urne delle prossime amministrative. Poteva essere un cavallo, un cammello, un elefante, ma un’anatra, tanto più
se azzoppata, è difficile che possa sopravvivere ai secondi, ai terzi cacciatori in agguato: per lei già suonano le campane a morto.
E’ proprio questa la condizione in cui potrebbe venire a trovarsi un sindaco eletto al primo turno senza che le sue liste abbiano conseguito la sua stessa performance o che comunque, da sole, non
abbiano raggiunto una percentuale più che sostanziosa.
Verrebbe, infatti, eletto sindaco senza l’applicazione del premio di maggioranza e quindi senza avere dalla sua un numero di consiglieri sufficiente per deliberare atti fondamentali per l’amministrazione della città. In altre parole, i seggi distribuiti alle liste in base al criterio proporzionale non gli basterebbero per governare. E il Nostro si troverebbe quindi a un bivio: dimettersi e tornare alle urne oppure tentare di costruire una maggioranza coinvolgendo consiglieri
eletti in liste a lui avverse che, per l’ormai abusata formula “per il bene della città” o altre motivazioni più o meno nobili, potrebbero accettare.
Premesso che è possibile votare in maniera “disgiunta”, cioè votare per un candidato sindaco e per una lista di coalizione avversa allo stesso candidato per la corsa a Palazzo San Giacomo, le condizioni che potrebbero verificarsi con lo spoglio elettorale, e che potrebbero determinare l’azzoppamento del pennuto, sono due.
La prima: una coalizione diversa da quella che sostiene il sindaco vincente (50%+1 voto) ottiene al primo turno più del 50 per cento dei voti. La seconda: le liste collegate a un candidato sindaco, che
già dopo il primo turno risulta vincente (50% + 1 voto), non ottengono almeno il 40 per cento.
In entrambi i casi, la coalizione di liste che sostiene il sindaco eletto non avrebbe diritto al premio di maggioranza.
Quindi un candidato sindaco non dovrebbe limitarsi a dimostrare la propria forza, ma dovrebbe essere bene attento a ché le liste siano abbastanza forti da “seguirlo” nella vittoria, realizzando almeno il 40 per cento. Altrimenti viene meno il premio e, con questo, la certezza di governo.
A Napoli il consiglio comunale è composto per la prima volta da 41 consiglieri (il sindaco è anche consigliere comunale): di questi, 25 andrebbero al sindaco vincente con premio di maggioranza e 16
all’opposizione. Nel caso dell’anatra zoppa, invece, il numero dei consiglieri “del sindaco” sarebbero inferiori a quelli dell’opposizione. Tra i sostenitori del sindaco uscente c’è già chi scommette sulla sua vittoria al primo turno. Ed è qui che un’anatra e un cacciatore potrebbero essere i veri protagonisti della politica napoletana a partire dal prossimo 5 giugno.