“Tutto il mondo è palcoscenico 3.0” ovvero “Rassegna di teatri (ed altro), di ed intorno a Mastro William Shakespeare (o quel che volete) in occasione dei 400 anni dalla morte” ideata e diretta da Gianmarco Cesario è in scena, fino a sabato 28 maggio, al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Dopo il successo delle due edizioni precedenti, Gianmarco Cesario – che coltiva da sempre un interesse ed una passione per “l’armonia eterna” e la grande attualità delle opere del Bardo – ripropone, attraverso riscritture contemporanee, le parole senza tempo del maggiore autore elisabettiano in quattro appuntamenti. “Abbiamo cominciato due anni fa celebrando i 450 anni dalla nascita del grande autore inglese, ed ora, dopo un’edizione intermedia – dichiara Cesario – che abbiamo definito LAB, eccoci giunti all’edizione che, invece, celebra i 400 anni dalla morte del Bardo, la morte di un uomo e la nascita di un mito”.
L’iniziativa è curata da Aries Teatro ed Eventi, del Centro Studi Nextra, i Teatri della Chiaja e con il patrocinio morale del comune di Napoli. La rassegna sta portando in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio quattro spettacoli che, partendo dalla drammaturgia Shakespeariana, sperimentano nuovi linguaggi e raccontano nuove storie. Dopo il debutto con Roberto Capasso ed il suo suggestivo “Pacchiello, venditore di taralli caldi caldi e di guai neri neri” di Pasquale Ferro, ispirato al Riccardo III, e la prima assoluta del nuovo spettacolo del re del teatro di guarrattelle, Bruno Leone, che ha reinterpretato in modo originale la drammaturgia del Bardo con “Pulchi Shake &Speare”, un omaggio pulcinellesco con cinque drammi shakespeariani legati in un’unica storia, Mercoledì 25 maggio, alle 21, terzo appuntamento della rassegna con lo spettacolo “O Felia” con Mauro De Simone. Scritto a quattro mani da Andrea Fiorillo e Mauro De Simone, entrambi rispettivamente regista ed interprete di O-Felia, propongono un monologo sulla follia, l’amore e la diversità che prende spunto dalla protagonista di Amleto. “Il sentirsi soli in un mondo che rifiuta ancora troppo spesso la verità –scrivono – una realtà che esclude continuamente chi non si adegua al volere comune. O Felia diventa immagine di qualcosa che potrebbe essere ma non è, di qualcuno che potrebbe diventare o essere, visione di una follia che potrebbe rivelarsi sfacciata verità, sentire di un mondo interiore nel quale ciò che viviamo non riesce a vedere ciò che in fondo siamo. Usando le parole del Bardo un attore, solo, nel suo camerino, con totale sincerità e leggerezza, senza sottrarsi ai dubbi di sè e alle incertezze, si svela al pubblico in modo assoluto. Divisa tra l’obbedienza nei confronti di suo padre e l’amore per Amleto, il mondo di Felia si pone chiaramente davanti al bivio dell’O, della possibilità di vivere o meno, in pieno, il proprio sentire”.
Quest’anno tanti spettacoli e dibattiti intorno a Shakespeare: Giovedì 26 maggio, conferenza al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, alle 17,30 con esperti di Teatro, Letteratura, Danza, Cinema e Musica per raccontare “L’Arte di chiamarsi William”, ovvero quanto l’opera shakespeariana abbia influenzato nei secoli le più svariate forme artistiche, con Pasquale Amato (direttore Capri Opera Festival), Roberto D’Avascio (docente e presidente ARCI MOVIE Napoli), Simonetta De Filippis (Docente Letteratura inglese alla Universitò l’Orientale di Npoli), .Paola De Simone (critico di danza), modera Gianmarco Cesario.
Venerdì 27 maggio, alle 21, al Nuovo Teatrosancarluccio in scena lo spettacolo “ Opatapata”, una riscrittura de “la Tempesta di William Shakespeare, a cura di e con Roberto Azzurro. “Quante volte ci siamo ripetuti: vorrei andarmene su un’isola deserta e ricominciare tutto d’accapo? Molte. Molte. E come spesso accade è la fantasia – in questo caso il teatro – che ci permette di realizzare i sogni più incredibili, più astrusi, più immaginifici anche”.
“Dunque il teatrino, anzi i teatrini, che in questa mia Tempesta Prospero/Azzurro – scrive l’autore-attore – come un iperbolico regista/direttore d’orchestra, riscrive a modo suo, in diretta, la storia dell’isola magica, e con versi iperbolici e rime impossibili ricostruisce continuamente, insieme alla giovane e bella Miranda, al fido Ariel e al terribile Calibano – tutte emanazioni di se stesso -, tutti quelli che risulteranno essere null’altro che i giochi di prestigio di un uomo (Prospero) che non si rassegna al cambiamento della propria esistenza. Finché la sua nuova esistenza non cambierà davvero, riportandolo nel suo passato e alla sua condizione primaria, restituendo il maltolto a sua figlia, alla quale darà il futuro che entrambi auspicavano”.
Infine, Tutto il mondo è palcoscenico 3.0, si conclude Sabato 28 maggio, con una Serata d’onore tutta dedicata all’opera di William Shakespeare: sonetti, commedie, drammi storici e tragedie, letti, interpretati e vissuti da oltre 20 artisti che si alterneranno sul palco del Nuovo Teatro Sancarluccio per un evento unico. “Un atto d’amore dovuto all’autore che meglio e più di tutti ha dato voce all’animo umano – scrive il direttore artistico, Gianmarco Cesario – facendolo diventare verbo teatrale. Roberto Azzurro, Antonella Morea, Roberto Capasso, Niko Mucci, Danilo Rovani, Daniela Cenciotti, Maurizio Murano, Tina Femiano, Maria Chairavalle, Massimiliano Cataliotti, sono solo i primi ad aver aderito, altri in queste ore stanno definendo la loro partecipazione a quella che può essere tranquillamente definita come una vera e propria festa del teatro”.
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