Che la professione giornalistica fosse in crisi, lo si sapeva da un pezzo. E senza neanche scomodare sociologi ed esperti dei cosiddetti new media. Ma, ora, a sancirlo è addirittura il Viminale ha pubblicato il seguente bando. Dal 10 marzo fino a domani alle 12 il ministero dell’Interno propone un’oflerta «imperdibile»: il conferimento di «un lavoro autono- mo occasionale» come «supporto tecnico di alto contenuto specialistico nelle attività e nei processi finalizzati alla comunicazione e all’informazione pubblica istituzionale relative alle attività che si svolgono nei centri di prima accoglienza, in stretto raccordo con l’ufficio stampa del signor ministro».

Il titolo è altisonante. Ma le richieste lo sono ancora di più: «La direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo cerca un esperto di particolare e comprovata professionalità al quale chiede requisiti specifici tra i quali l’iscrizione all’elenco dei giornalisti professionisti (esclusi 1 pubblicisti), un’esperienza lavorativa documentabile di almeno tre anni nel settore della comunicazione e dell’informazione nell’ambito della comunicazione istituzionale nonché un’ottima conoscenza dell’inglese.

L’attività poi, nello stesso bando, è definita complessa perchè prevede “la cura delle pubbliche relazioni con la stampa nazionale e internazionale, ì rapporti con le istituzioni e i privati, l’individuazione di forme innovative di comunicazione, la promozione delle attività relazionali”.

Ma quanto è disposto a pagare il Viminale per questo professionista? Non ci crederete, ma il compenso è uguale a zero. Il lavoro, si legge in grassetto, sarà a titolo assolutamente gratuito. Al massimo verranno rimborsate, solo se il capo dipartimento lo vorrà, eventuali spese di viaggio, di soggiorno e di vitto fuori dal comune di residenza. Nemmeno un centesimo in più.  «Questo bando è inaccettabile, oltre che offensivo per il decoro della professione giornalistica e la dignità di migliaia di giornalisti che aspirano ad una occupazione stabile. Va immediatamente ritirato» sbotta il segretario generale dell’Fnsi, Raffaele Lorusso. Ma forse, le parole non sono più sufficienti. Andrebbe da chiedersi perchè si arriva a proporre un lavoro del genere, a titolo gratuito, ai giornalisti. Forse perchè dei giornalisti se ne sente sempre meno il bisogno?