Politica interna
 
Unioni civili: interviene il ministro dell’Interno ed il suo no alla stepchild adoption contenuta nel ddl è perentorio; Alfano ricorda che la posizione di Ncd non è minimamente cambiata ed aggiunge che “il tema non fa parte del programma di governo”. A Palazzo Madama, dove la proposta di legge arriverà il 26 gennaio, l’aria è ogni giorno più elettrica perché le mediazioni sulla stepchild adoption non fanno passi avanti, si registrano distinguo all’interno di quasi tutti i partiti mentre qualche esponente del Pd inizia a chiedersi se il presidente Mattarella non solleverebbe obiezioni se il testo della Cirinnà restasse senza aggiustamenti. In mancanza del voto del Senato, dal Quirinale si esclude che Mattarella voglia intervenire, magari a titolo preventivo; attenderà la conclusione di un iter che sembra suscettibile di mille sviluppi. A venti giorni dall’inizio del voto sono sempre le norme che consentirebbero l’adozione di figli anche da parte di coppie omosessuali a dividere la maggioranza.
 
M5S: Il professor Paolo Becchi ha lasciato il movimento il 31 dicembre scorso, non rinnovando l’iscrizione e decidendo di farsi da parte, o meglio di andarsene quasi alla chetichella, con un’intervista al quotidiano online Formiche.net. Il movimento ormai gli stava stretto, pochi lo ascoltavano e molti lo criticavano, Grillo e Casaleggio, dopo averlo a lungo considerato l’ideologo di riferimento, lo ignoravano o lo sconfessavano, riservandogli di tanto in tanto un piccolo spazio per un editoriale sul blog di famiglia. Per la base l’addio di Becchi è comunque un brutto colpo, popolarissimo sul web incarnava l’ala dura e pura del movimento; inoltre il suo distacco si aggiunge ad un elenco che ormai comprende quasi un terzo dei parlamentari. “Il M5S si sta trasformando in un partitino ibrido ed ha stretto con il Pd un nuovo patto dopo quello del Nazareno, facendo da stampella a Renzi” è la tesi del professore, diventato per il movimento una scheggia impazzita che in nome della purezza criticava qualsiasi ipotesi di accordo con le forze politiche.      
 
 
Politica estera
 
Iran-Arabia: qualche segnale di moderazione si profila all’orizzonte del possibile conflitto tra Arabia Saudita e Iran. Da ieri i due protagonisti tacciono ed attorno a loro amici e nemici calcolano la forza distruttiva e gli immensi costi economici di una possibile guerra fra le due principali potenze mediorientali. Il comandante dei guardiani della rivoluzione nella capitale iraniana ha definito, dando un chiaro segno di distensione, “gesto ignobile e ingiustificabile” l’assalto all’ambasciata saudita a Teheran. L’Iran ha inoltre deciso di sospendere il pellegrinaggio minore alla Mecca, fino a quando le condizioni di sicurezza non saranno garantite ai pellegrini. Nelle ultime ore nessuno dei due Paesi ha elevato lo stato d’allerta delle proprie forze armate e il solo Kuwait si è aggiunto al fronte di solidarietà sunnita, richiamando il suo ambasciatore a Teheran. Turchia, Egitto e Pakistan sono stati i più espliciti nell’invocare moderazione.  
 
Germania: nella multietnica Colonia la festa per il Capodanno si è trasformata in un incubo per le donne che si sono trovate a passare tra la stazione ferroviaria e il duomo. Molte sono state infatti accerchiate ed aggredite da piccoli gruppi di uomini, tra i 15 e i 35 anni, dall’aspetto nordafricano e mediorientale; novanta sono state le denunce per molestie sessuali e borseggi, una per stupro. Molta l’impressione destata da questi episodi in Germania, Paese che nell’anno appena concluso ha accolto oltre un milione di rifugiati; la cancelliera Angela Merkel ha espresso “indignazione” e chiesto alle forze dell’ordine di fare tutto il possibile per punire i colpevoli, “da dovunque arrivino”.  
 
 
Economia e Finanza
 
Deflazione: il tasso d’inflazione medio annuo rallenta in Italia per il terzo anno consecutivo e si attesta a +0,1% dal +0,2% del 2014; l’Istat ha ieri ricordato che per trovare un’inflazione così bassa nel nostro Paese occorre risalire al 1959. Va detto che la dinamica dei prezzi troppo bassa, in presenza di una crescita ancora modesta, non è una preoccupazione solo italiana ma coinvolge tutta l’Eurozona, dove l’inflazione tendenziale è rimasta inchiodata al +0,2%. Dietro il perdurante rallentamento dell’inflazione c’è essenzialmente il calo del prezzo del petrolio, anche se il costo dei beni energetici a dicembre ha fatto registrare una flessione tendenziale meno ampia rispetto a quella di novembre. Adusbef e consumatori chiedono a Governo e Autorità competenti di disporre controlli e sanzioni in relazione all’aumento di alcune tariffe, considerato eccessivo. Fonti sindacali parlano di “piena deflazione” per l’Italia e chiedono all’esecutivo di anticipare gli sgravi fiscali alle famiglie.
 
Mercati cinesi: il day after delle borse cinesi è stato contrassegnato dalla robusta iniezione di liquidità da parte della Banca centrale, mentre trader e analisti riferiscono di nuovi interventi sul mercato azionario da parte di fondi controllati dallo Stato. Atti dovuti dopo il blocco automatico delle contrattazioni, scattato per la prima volta nella storia della finanza di Pechino lunedì; un’operazione d’urgenza da ben 20 miliardi di dollari immessi nel mercato monetario in un’unica soluzione, per sostenere un mercato azionario in piena crisi da panico di vendite. Le autorità sono andate in soccorso dei mercati proprio mentre minimizzavano l’impatto del debutto borsistico di inizio d’anno; l’elemento nuovo, persistente, è del resto ancora il contagio delle borse straniere. Il renmimbi ha comunque chiuso in equilibrio, con una quotazione rispetto al dollaro leggermente più alta di lunedì, gli indici di Shanghai e Shenzhen dopo una giornata contrastata hanno segnato perdite limitate, ma solo grazie all’aiuto della Banca centrale.