Avrebbe oltre 800 anni il relitto quasi interamente in legno, lungo oltre 18 metri e largo 4,5 metri, che è affiorato dai fondali dell’Area marina protetta di Porto Cesareo, nel Salento. da una prima valutazione di Cristiano Alfonso, archeologo subacqueo del Dipartimento Beni Culturali dell’università del Salento, risalirebbe al XII secolo.
A segnalarne la presenza è stato un pescatore professionista, Pasquale De Braco, che è anche consigliere dell’Area marina protetta.

La sensazionale scoperta aggiunge un importante tassello alla storia di questo tratto di costa, già contrassegnato da altri reperti storici e caratterizzata da un intenso traffico marittimo. L’imbarcazione storica, data le vicinanze al villaggio di pescatori d’età medievale di Porto Cesareo, dichiara il Alfonso: “Potrebbe chiarire significativi aspetti del paesaggio costiero in epoca medievale e contribuire alla ricostruzione storica del luogo”.

Del ritrovamento è stato informato anche Luigi La Rocca, soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia. Entusiasta della scoperta anche Il Presidente all’Area Marina Protetta Porto Cesareo, Remì Calasso, soddisfatto soprattutto della proficua collaborazione tra il Dipartimento di Archeologia dell’Università del Salento e l’Area Marina Protetta Porto Cesareo, che ormai da anni porta avanti azioni di ricerca e valorizzazione del patrimonio storico culturale.

Racconta così la scoperta Pasquale De Braco: “Durante la navigazione la mia attenzione è stata attratta dalla presenza sul fondale di bande di colore scuro inizialmente riconducibili ad accumuli di foglie di posidonia, ma dopo una più approfondita osservazione ho constatato che si trattava di fasciame di legno la cui disposizione era facilmente riconoscibile come appartenere ad un relitto. Data l’importanza della scoperta ho provveduto a segnalare la posizione alla Locale Capitaneria di Porto guidata dal Comandante Cipriano Antonio Trisolini ed all’Area Mariana Protetta Porto Cesareo ed in particolare al Presidente Remì Calasso”.

“Siamo davvero entusiasti e felici” hanno dichiarato Remì Calasso, presidente di AMP di Porto Cesareo, e Paolo D’Ambrosio, direttore “non solo dell’importante ritrovamento del relitto, ma anche e soprattutto della proficua collaborazione, a dire il vero in atto da tempo, tra il Dipartimento di Archeologia dell’Università del Salento e l’Area Marina Protetta Porto Cesareo. Ormai da anni portiamo avanti azioni sinergiche di ricerca e valorizzazione del patrimonio storico culturale dell’Area, e quando si raggiungono risultati simili, seppur casuali come avvenuto in quest’ultimo caso, non possiamo che gioire. Riportare alla luce un passato glorioso che testimonia come questo territorio sia davvero unico –concludono Calasso e D’Ambrosio- è la prova schiacciante di quello che predichiamo da tempo. Non c’è più tempo da perdere, anche la valorizzazione storico-archeologica del territorio e delle acque Cesarine può fornire al turismo un importante impulso per il miglioramento e la destagionalizzazione”.