E’ sempre braccio di ferro sulla realizzazione del Tap (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che collegherà l’Italia all’Albania ed alla Grecia con approdo a San Foca, Melendugno, in provincia di Lecce. C’è ¨ la ferma resistenza della comunità locale e della Regione Puglia che chiedono che l’opera sia assoggettata alle più stringenti e rigorose normative sull’impatto ambientale.
Ben cinque riunioni interlocutorie a Palazzo Chigi non sono riuscite a dirimere il nodo della mancata intesa sull’approdo del metanodotto a San Foca. Non ci sono alternative immediate mentre altre possibili, sulla costa brindisina, non sono state prese in considerazione per la ristrettezza dei tempi. L’ultima parola spetterà al Consiglio dei Ministri che quindi deciderà se autorizzare l’esercizio dell’opera, dichiarandone la pubblica utilità.
Nel frattempo prosegue la lotta del Comitato No Tap che ha un rappresentante istituzionale d’eccezione in Michele Emiliano. Il candidato presidente alla Regione Puglia e segretario pugliese del Partito democratico è diventato il più ferreo oppositore dell’opera, chiedendo anche le dimissioni degli iscritti al Pd che lavorano in Tap o che hanno propri familiari tra gli incaricati nella società.
L’infrastruttura parte in Azerbaigian, sul Mar Caspio. Il Tap è¨ uno dei tre tratti di cui è composto il Corridoio meridionale del gas che parte dall’Azerbaigian, passando anche per la Turchia e la Georgia prima di arrivare nell’Europa mediterranea. Sarà alimentato dal gas del Mar Caspio, con lo sviluppo del mega giacimento della BP di Shah Deniz.
La condotta sottomarina attraverso le acque territoriali italiane misurerà circa 45 chilometri (105 in tutto dalla costa albanese) mentre il tratto sulla terra ferma salentina dall’approdo al terminale di depressurizzazione è di 8 chilometri, per un totale di 53 km in territorio italiano. Il metanodotto è progettato per una capacità nominale di trasporto pari a 10 Sm/cubi di gas su base annua. Giunto in Italia, per il Tap è previsto il collegamento con la rete nazionale gestita da Snam Rete Gas, tramite un altro gasdotto di circa 50 km con caposaldo in terra di Brindisi.
Qui alimenterà il punto di scambio virtuale (PSV) dal quale potranno essere raggiunti tutti i punti di uscita italiani verso destinazioni europee. Il cronoprogramma prevedeva per il 2015 l’inizio dei lavori di costruzione e adeguamento di rete viaria e ponti in Albania per l’accesso ai cantieri e nel 2016 l’inizio dell’opera di posa delle condotte. Le prime forniture di gas in Italia ed in Europa sono programmate per il 2019.