PURE WHITE – mostra d’arte contemporanea
“Il bianco è un mondo così alto rispetto a noi che quasi non ne avvertiamo il suono, è un nulla prima dell’origine.” (Vassili Kandinsky)
Il colore bianco comprende tutti i colori dello spettro luminoso e sta agli antipodi del colore nero: simboleggia, infatti, il confine che segna l’inizio della fase vitale. Rappresenta lo stato di purezza, l’innocenza, i nobili sentimenti e la voglia di cambiamento. Evoca la verginità, la spiritualità e la divinità. È il colore che più di tutti rappresenta il silenzio e il freddo. È un colore puro e immacolato.
Un omaggio artistico alla città di Ostuni, che più di altre rappresenta questo meraviglio colore.
Dove
Palazzo Tanzarella, Via Cattedrale, Ostuni (BR), dal 15 al 21 luglio 2018
Inaugurazione domenica 15 luglio ore 11.00. Ingresso libero.
Selezione
Gli artisti selezionati, 42, provenienti da diverse realtà geografiche e diverse cifre stilistiche, hanno interpretato il tema “PURE WHITE” mettendo in luce la capacità di utilizzare modalità espressive contemporanee, innovazione e sperimentazione, valore della ricerca artistica, originalità, utilizzo dei linguaggi in modo trasversale.
Sezioni
La mostra prevede l’esposizione di opere di arti visive nelle categorie di:
pittura, scultura, fotografia, installazione.
In esposizione:
ADEMARA LUSIGNANI G., ANTONINI KAREN, ATIPICA CERAMIC, BATTISTELLI SIMONA BELELLI ELEONORA, CAFAGNA MARIA PIA, CASAMASSIMA GIOVANNI, CATALDI PIX, CIAVARELLA SERGIO, CONIGLIO GUIDO, D’AUTILIA DANIELA, FIORI PINA, FRACELLA ROBERTA, GALAJIAN SHAKAR, GALLO MILENA, GARRONE GIULIANA, GARUTI CESARE, GRASSI LILIANA A, GUIDI ENRICO M., KALASHNIKOV CARMELO, LUCARELLI ANTONIO, MANSI FRANCESCA, MARIN WALTER, MONACO IOLE, NAPOLITANO ADELE, PAGLIARO DANIELA, POLILLO MARIO, PUGLIESE SABRINA, RENZI E LUCIA, RICAUDA A. SUSI, RUCCIA DOMENICO, SALVO MARIO, SANSONI STEFANO, SELLITRI MARIELLA, SPOLVERINI SARA, TARONI MARINA, URSO G. MATTIA, VASSETTI SANDRA, VITALE TOMMASO, ZABATTI IMMACOLATA, ZACCARON SOPHIA, ZENUCCHINI LORENZO.
Testo critico a cura di Teresa Stacca, storico dell’arte
Bianco, bianco puro. Il bianco è un colore che inganna nella sua finta semplicità, è il re di tutti i colori, perché al suo interno tutti gli altri vi si nascondono e fanno capolino solo quando gli occhi di chi li osserva riesce a coglierli. Il bianco riflette, quindi allontana, come se fosse uno schermo, un limite. La sensazione che ne deriva è di freddezza e di distacco, di certo non è fredda la città che ha ispirato questa mostra, la splendida Ostuni, conosciuta come “la città bianca”, per via delle sue costruzioni così bianche e splendenti; nei torridi giorni d’estate è magica la luce che si crea su quelle pareti che si stagliano contro un cielo di un azzurro reso ancora più intenso grazie al forte contrasto con la calce bianca che ricopre le costruzioni del borgo antico.
Il bianco puro è un tema che ha lasciato libero sfogo agli artisti, è un tema di grande ampiezza che li ha ispirati in modi, tra i più vari in termini di contenuti e di tecniche utilizzate, del tutto personali.
La città di Ostuni è musa ispiratrice nelle opere di Immacolata Zabatti e di Mario Polillo, in entrambe il bianco è “corrotto” da colori vivaci e luminosi. Il bianco prende forma anche più concettuale: intrise di significato, a sottolineare la complessità di questo colore, sono le opere di Sara Spolverini, Renzi e Lucia, Tommaso M. Vitale – Tommy 64. Richiami a elementi architettonici, anche se non si tratta della città di Ostuni, sono la fotografia di Guido Coniglio – G.C. Pintò e l’installazione di G. Mattia Urso. Il bianco si collega anche alla purezza tipica dell’anima angelica, angeli che prendono forma femminile, donne meravigliose come quelle dipinte da Sergio Ciavarella e Giuliana Garrone. Il corpo femminile viene preso in esame da uno studio di Domenico Ruccia; Walter Marin, Carmelo Kalashnikov e Simona Battistelli dipingono corpi lievi, sfumati, leggiadre donne splendide e di spalle, che aprono il loro cuore sull’anima candida. C’è anche chi si è ispirato in modo esplicito a grandi artisti del passato, come Cesare Garuti o Mario Salvo, oppure, come nel caso di Giovanni Casamassima e di Francesca Mansi dove il richiamo è sfrontatamente ai decori dell’arte classica. Opere che utilizzano il bianco come prismi che riflettono e si trasformano in molti altri colori sono quelle di Iole Monaco, Milena Gallo, Ademara G. Lusignani, Marina Taroni e Pina Fiori; bellissima la matericità delle opere di Enrico M. Guidi e di Sandra Vassetti, Daniela D’Autilia, Liliana Angela Grassi, Antonio Lucarelli e Adele Napolitano in cui il banco è scomposto in modo più che materico, il colore, le sfumature si possono toccare quasi ad arrivare fin dentro al cuore, fino a bucare gli occhi, la vista, in profondità. Opere che raccontano storie sono quelle di Sabrina Pugliese e Stefano Sansoni. Dal gusto onirico sono i lavori di Susi Ricauda Aimonino, Pix Cataldi e Karen Antonini Karengiòarte, anche qui il bianco si trasforma in tante sfumature diverse che diventano un unico groviglio colorato e luminosissimo. Le opere di Lorenzo Zenucchini – Zenu e Daniela Pagliaro ci guardano, ci osservano dall’alto del loro fascino misterioso, invitandoci a guardare oltre, andando molto in profondità.
Silenzio interiore, partenza, tabula rasa. Il bianco è quell’energia forte da cui tutto parte e da cui tutto ha origine, il colore sovrano, visibilissimo delle opere di Maria Pia Cafagna, Mariella Sellitri e Atipica Ceramic, in cui il mondo è circoscritto ed elegantissimo, si va oltre, si sprofonda in un ignoto luminoso e curioso. Parlano di movimento perenne le opere di Roberta Fracella e di Shakar Galajian, c’è qualcosa d’inquietante in questa continuità, turbata da interferenze imperfette. Nei lavori di Sophia Zaccaron e Eleonora Belelli oltre il visibile c’è qualcosa che stride dentro ed e fatto di metallo pesante, di materiale inerte che tutto ingloba in uno stato di profonda confusione.
Il bianco puro non esiste, il bianco è sempre compromesso, è un colore fatto da altri colori, quindi, la purezza non esiste in questo caso.