Finita la maratona elettorale si tirano le somme per cercare di capire cosa succederà d’ora in poi, non solo in Europa ma anche in Italia. La straordinaria vittoria del Partito democratico, che ha ottenuto oltre il 40% delle preferenze degli italiani, rafforza la determinazione del premier Renzi nell’andare avanti con le riforme e nel portare avanti il governo fino al 2018.
“Il risultato di questa notte – ha dichiarato ieri in conferenza stampa il presidente del Consiglio – ci dice che il cambiamento deve arrivare in tempi ancora più veloci di quanto abbiamo promesso”. Ora “serve accelerare sulle riforme, niente alibi” e niente festeggiamenti, ha aggiunto Renzi, puntualizzando “ora subito al lavoro”.
Il premier ha poi chiarito quale sarà la posizione dell’Italia in Europa, spiegando che questo “è il momento dell’Italia” e che il nostro Paese “c’è e può incidere in Europa”.
“L’Italia deve puntare in alto, abbassare i toni e alzare gli obiettivi”, deve inoltre “guidare il percorso di cambiamento delle istituzioni europee”.
Amara la sconfitta per il Movimento 5 Stelle. Il leader del movimento Beppe Grillo, che solo qualche giorno fa dichiarava di avere la vittoria in tasca, ha ammesso di aver perso, affermando: “siamo andati oltre la sconfitta” ma “abbiamo il tempo dalla nostra Quest’Italia è formata da generazioni di pensionati che forse non hanno voglia di cambiare, di pensare un po’ ai loro nipoti, ai loro figli, ma preferiscono stare così. Sono dei numeri che non si aspettava nessuno, però noi siamo lì, siamo il primo movimento italiano, il secondo partito”. “Siamo la prima forza di opposizione, faremo opposizione sempre di più, sempre meglio e cercheremo di rallentare il dissanguamento, lo spolpamento di questo Paese, che ci sarà . Noi saremo precisi, puntuali, e ci saremo sempre, non preoccupatevi”, ha rassicurato Grillo.
Poco sotto le aspettative il risultato di Forza Italia, con il leader Silvio Berlusconi che ha puntualizzato: “non cambiamo il nostro atteggiamento di opposizione intransigente ma responsabile”, ricordando al premier Renzi che “siamo al tempo stesso i partner decisivi, senza i quali in Parlamento non ci sono numeri per fare riforme vere, definitive e durature per il bene del Paese”.