Politica interna
Forconi: altolà del ministro dell’Interno alla protesta che si sta allargando in Italia con blocchi nei centri commerciali e mercati ancora fermi. “Non consentiremo di mettere a fuoco le città” ha detto Alfano parlando a conclusione di un Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è svolto ieri pomeriggio con i vertici delle forze dell’ordine e la partecipazione di rappresentanti dell’Aisi, la nostra intelligence interna. Il ministro, che oggi dovrebbe riferire alle Camere, ha spiegato che “la linea è quella del rispetto della legge e della democrazia” e dunque “le forze dell’ordine sono lì per dare supporto a chi protesta pacificamente e nel rispetto della legge”; non è pensabile bloccare l’intero tessuto produttivo del paese. La tensione rimane comunque alta, lo testimonia la decisione di inviare più uomini delle forze dell’ordine a Torino, teatro da due giorni di scontri duri. L’Aisi ha confermato il rischio di infiltrazioni di frange estremiste opposte, con ideali opposti che possono però trovare punti di contatto; oltre agli ultrà e ai militanti di Casa Pound e Forza Nuova a Torino sono scesi in piazza anche militanti dell’ultrasinistra.
Napolitano: richiamo del Presidente della Repubblica che, prendendo la parola a sorpresa nel corso di un convegno al Senato, ha deprecato “il frastuono delle polemiche politiche, così sempre dannatamente elettorali anche quando non ci sono elezioni dietro l’angolo, per quanto sia di moda invocarle in ogni momento”. Napolitano ha trovato l’occasione per esercitare ancora una volta la sua “suasion” sul Parlamento perché si decida ad uscire da un letargo che, sulle riforme, dura ormai da mesi. E questa volta ha anche indicato un importante obiettivo dicendosi “convinto che si possa tagliare le ridondanze e qualificare in modo nuovo ed essenziale il Senato”. La necessità di una rapida riforma del bicameralismo paritario fa auspicare al Presidente “il superamento della ripetitività, delle duplicazioni e delle complicazioni del processo legislativo”.
Renzi – Letta: nuovo incontro fra il neosegretario del Pd ed il Presidente del Consiglio, che nonostante le reciproche diffidenze hanno capito di essere obbligati a collaborare. Infatti il patto tra governo e Pd ha fatto un altro passo in avanti, il sindaco di Firenze ha usato, rivolgendosi ai parlamentari del Pd, parole di fiducia nei confronti del premier; gli accordi prevedono che l’esecutivo presenti un progetto di legge costituzionale per superare il bicameralismo, che la riforma elettorale segua un iter parlamentare accelerato in modo da avere una prima lettura entro la primavera 2014 e che su questo delicato dossier la maggioranza cerchi preventivamente l’accordo al suo interno senza cercare aiuti dall’esterno, in particolare da Forza Italia. Ma soprattutto Renzi, Letta e Alfano negozieranno al più presto un “Contratto di coalizione”, che permetterà al premier di ripresentarsi in Parlamento a chiedere la fiducia sulla base di nuovi accordi programmatici.
Politica estera
Mandela: per la terza volta, l’ultima, lo spirito di Madiba ha riempito il grande stadio alle porte di Soweto, attirando migliaia di persone venute da ogni parte del mondo, riunite al richiamo del suo nome; la prima volta che accadde fu all’indomani della sua liberazione, la seconda per il suo addio alla scena pubblica nel luglio del 2010. Ieri un centinaio di capi di Stato e di governo, un vero e proprio vertice mondiale, si è raccolto per tributargli l’ultimo saluto, anche se non tutto è andato liscio, in particolare quando il presidente sudfaricano Jacob Zuma è salito sulla tribuna d’onore, accolto da una salva di fischi e contestazioni, con grande imbarazzo davanti agli ospiti stranieri. Ma per lunghi tratti le parole di tutti gli oratori che si sono succeduti sono andate perdute, coperte dal frastuono di canti e balli delle migliaia di persone sugli spalti. Solo Barack Obama ha riportato il visibilio per la sua sola presenza, ancora prima e più che per il suo discorso, peraltro applauditissimo. Il Sudafrica è entrato così nel dopo Mandela, mettendo sotto gli occhi del mondo le sue divisioni interne e l’impopolarità del suo presidente, già al centro di uno scandalo per la faraonica ristrutturazione della sua residenza privata, mandata avanti a spese dell’erario. Nella storia resterà la stretta di mano non programmata, tra Barack Obama ed il presidente cubano Raoul Castro, gesto simbolico di una possibile futura apertura nei rapporti fra i due Paesi.
Ucraina: politici del paese e diplomatici internazionali sono alla ricerca di una soluzione pacifica della crisi. Da Bruxelles giungono spiragli incoraggianti mentre anche Mosca pare ammorbidire le proprie posizioni. Il presidente Janukovic ha tenuto una serie di incontri con i suoi predecessori post sovietici e con i rappresentanti europeo e statunitense Ashton e Nuland. Una delegazione ufficiale ucraina è attesa per oggi a Bruxelles, verrà probabilmente definito un piano d’azione comune supplementare che però non andrà a modificare il Trattato di Associazione alla Ue, fatto per ora saltare dal presidente Janukovic.
Economia e Finanza
Pil: si ferma dopo due anni la caduta dell’attività economica del Paese, le porte della ripresa sembrano schiudersi. Il prodotto interno lordo, che misura la ricchezza prodotta, ha interrotto la sua discesa, la produzione industriale a novembre è cresciuta per il secondo mese consecutivo e si attende per l’ultimo trimestre del 2013 un dato positivo. Diminuisce il ricorso alla cassa integrazione, anche se occorreranno mesi per avere riscontri positivi sull’occupazione. Il governo mostra ottimismo e battezza la fine della recessione, secondo il ministro Saccomanni “c’è ancora molta strada da fare, ma la direzione è quella giusta”, anche se “occorre che la ripresa si consolidi”; molto più prudenti restano imprese e sindacati, secondo Confindustria “è presto per dire che siamo fuori dalla crisi”, Cgil Cisl e Uil sottolineano che ci vorrà almeno un anno per registrare i primi dati positivi sull’occupazione. I mercati internazionali sembrano apprezzare questi nuovi dati spingendo lo spread fra BTp italiani e Bund tedesco a 222 punti base, il livello più basso dall’estate 2011.
Fisco: l’evasione non è compatibile con la democrazia, argomenta il direttore dell’Agenzia delle Entrate Befera al convegno organizzato dalla sua stessa istituzione sul tema della legalità fiscale. Ancora una volta sono risuonate parole forti contro un fenomeno che, nonostante gli sforzi degli ultimi anni ed i risultati indubbiamente conseguiti da amministrazione finanziaria e Guardia di Finanza, sottrae all’economia italiana circa 130 miliardi l’anno, secondo le ultime stime della Corte dei Conti e del Centro studi Confindustria. Il ministro Saccomanni, nel messaggio inviato al convegno, ha parlato del disegno di legge delega per la riforma del Fisco che il Parlamento non è ancora riuscito ad approvare, citando anche le nuove regole per spingere la tracciabilità dei pagamenti e l’uso della moneta elettronica. I segretari di Cgil Cisl e Uil hanno chiesto che si passi all’azione definendo un meccanismo che permetta già nel 2014 di trasformare in riduzione della pressione fiscale i risultati della lotta all’evasione.