Fa un certo effetto vedere un leghista impegnato nell’impresa impossibile (e, forse, inutile) di salvare il ponte sullo Stretto, una delle opere simbolo del ventennio berlusconiano. Eppure è proprio così. Nel silenzio dei deputati meridionali sulla legge di Stabilità è toccato proprio al partito guidato da Salvini e Maroni firmare un emendamento per il ripristino della società che dovrebbe realizzare l’opera. Ma l’effetto sorpresa, per la verità, svanisce quando si legge la firma del deputato “leghista” che ha presentato la proposta di modifica, che di Lega ha poco o niente.
Si tratta, infatti, di Angelo Attaguile, catanese, figlio del senatore democristiano Gioacchino Attaguile, andreottiano, per due volte sottosegretario alle Finanze nei governi Rumor e Colombo. Attaguile figlio invece, è stato presidente del Calcio Catania e dell`Istituto case popolari ed è tornato in politica dopo avere ottenuto «la revisione del processo e la piena assoluzione» dalla accusa di tentata concussione per il Calcio Catania e dalla pena di un anno e mezzo di reclusione più l`interdizione perpetua dai pubblici uffici”.
Per la verità, nell’ultima tornata, era stato eletto nel gruppo del Pdl. Poi, per consentire al carroccio di fare gruppo alla Camera (servivano almeno 20 deputati e la Lega si fermava a quota 19) ha deciso di cambiare casacca. Senza, però, rinunciare alle origini. Così, un paio di giorni fa, ha preso carta e penna ed ha presentato l’emendamento sul Ponte, decisamente contrario agli ideali e alle battaglia della Lega Nord. Ed ora che cosa succederà? Sarà espulso dal Carroccio? Per i grillini si tratta solo della classica “marchetta della casta”. Cosa farà Salvini, che vorrebbe non solo uscire dall’euro ma anche cancellare il Sud dalla carta geografica dell’Italia? Che cosa se ne fa la Lega di un Ponte “in terra straniera”?