Contro di me c’ stato un complotto-vendetta. Tutti coloro che mi hanno colpito hanno avuto delle gratifiche e avanzamenti di carriera all’interno del loro sistema di lavoro . Così Amedeo Matacena collegato via Skype da Dubai con l’Ansa. “Ci sono state delle cose strane che hanno portato alla mia condanna, tenendo conto che precedentemente c’erano due assoluzioni nel merito”.
Contro di me una vendetta. Matacena racconta che con la sua attività parlamentare “mi interessai del ‘palazzo dei veleni’ di Reggio Calabria facendo numerose interrogazioni su comportamenti di magistrati, su problemi di pagamenti di pentiti in nero, su riscatti per sequestri pagati con i soldi dello Stato. Evidentemente questo mio interessamento non stato gradito”.
“Quando la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione, rimandandomi al giudice del rinvio, i miei avvocati e il mio vecchio segretario politico videro un magistrato a me ben noto che era nell’ufficio del presidente della Cassazione che mi avrebbe giudicato e che avrebbe annullato la sentenza. Quando poi il processo pass al giudice di secondo grado, venne cambiato il giudice. Inizialmente c’era un magistrato molto garantista e venne sostituito con un giudice di Magistratura democratica che mi ha condannato. Tutto questo mi rende perplesso sulla vicenda della mia condanna”.
Matacena da Dubai dice di avere molti dubbi su quella che dovrebbe essere la culla del diritto. “Ho avuto due assoluzioni in primo e secondo grado e poi la condanna. Mi sembra davvero tutto molto strano. Ho fortemente il dubbio che contro di me ci sia stata una vendetta . Rientro in Italia? Ci penso tutti i giorni Al mio rientro in Italia ci penso tutti i giorni. Ma ritengo che devo aspettare l’esito del ricorso in Cassazione e quello fatto alla Corte europea dei Diritti dell’uomo”.
Quella della mia latitanza dorata – ha aggiunto – una fantasia. Serve per arricchire il caso dal punto di vista del gossip. Io vivo in quaranta metri quadrati e questa storia della latitanza dorata veramente infondata .
“Era normale chiedere aiuto a Scajola, un amico. I miei rapporti con Claudio Scajola, nati nel 1994 quando fui eletto per la prima volta al Parlamento con Forza Italia, si sono rafforzati con il nostro trasferimento a Montecarlo , Matacena. Mia moglie ha perso suo padre, che era coetaneo di Scajola – ha aggiunto – e quindi vede in lui una figura paterna. Mi sembra normale che una donna che si trova in difficolt vada a chiedere aiuto a un amico che ha grandi esperienze . Spero che mia moglie riesca a patire questa vicenda senza perdere se stessa. Se lei perdesse se stessa, allora io non avrei più modo di vivere” , ha detto Matacena, senza riuscire a trattenere le lacrime, parlando della moglie, Chiara Rizzo, attualmente detenuta alle Baumettes, Marsiglia.