Il governo prima va sotto sull’eleggibilità diretta dei senatori, poi incassa l’ok al suo ddl per le riforme in commissione al Senato, con i sì anche di alcuni esponenti di Forza Italia. È la conclusione di una lunga giornata di battaglia, proseguita nella notte. Il premier su twitter ha commentato l’esito: “Molto bene, non era facile. La palude non ci blocca”.
Una giornata complicata per l’esecutivo, tanto che erano circolate anche voci sulle possibili dimissioni del ministro delle Riforme Boschi che ha difeso il testo del governo come è stato approvato dal Cdm e avrebbe messo in guardia il Pd sulle possibili conseguenze sulla tenuta dell’esecutivo in caso di mancata approvazione.
Ma in serata fonti di governo hanno assicurato: “Nessuna minaccia di dimissioni. Il Cdm ha approvato un testo sulle riforme, la maggioranza stasera lo sosterrà. Non cediamo ai ricatti di Calderoli”. L’ex ministro leghista si è fatto promotore di un odg sull’eleggibilità del Senato passato con i voti di grillini, Forza Italia, Sel, e con l’appoggio determinante dell’ex ministro Mauro (Popolari). La commissione, comunque, ha poi adottato (anche con i voti del partito di Berlusconi) l’articolato del governo come testo base della riforma.