Riconvertire quella che sino a fine ottobre e’ stata l’Ilva e che dall’1 novembre e’ Arcelor Mittal Italia, in una acciaieria tutta nuova. Ibrida. Dove ci sara’ il progressivo abbandono degli altiforni a carbone e di tutte le aree a caldo per arrivare, in un futuro prossimo, all’idrogeno passando attraverso il gas e il Dri (un semilavorato siderurgico fatto di ferro, un preridotto) nella fase di transizione. E’ la sostanza della proposta che oggi a Taranto, in una conferenza articolata tra mattina e pomeriggio, presentera’ la Regione Puglia dopo averla lanciata, nei mesi scorsi, in varie sedi europee. L’obiettivo, spiega la Regione, e’ sviluppare a Taranto la ricerca europea nel settore dell’acciaio di qualita’, che sta puntando sull’utilizzo di tecnologie Dri, alimentate da idrogeno, e di cui gli esempi piu’ avanzati sono in Svezia e in Germania. La Regione ritiene che anche per Taranto sia prevedibile nel medio termine un approdo finale a tecnologie basate sull’idrogeno e su un approccio produttivo di tipo qualitativo (piccole quantita’ di elevato valore economico, acciai speciali e intelligenti, nanotecnologie), tale da minimizzarne gli impatti nell’ottica “zero emissioni”. Nell’incontro odierno, che si chiudera’ con la sottoscrizione di un nuovo patto sui temi dell’ambiente, della salute e del lavoro, si parlera’ anche della dismissione e bonifica delle vecchie aree di stabilimento, con il ripristino ambientale del sito industriale.
Ma la proposta della Regione Puglia cala in un clima teso a Taranto. Arcelor Mittal Italia, per esempio, ha gia’ dichiarato, nei giorni scorsi, attraverso l’ad Matthieu Jehl che “non c’e’ sostenibilita’ se non si lavora sul carbone”, intendendo per sostenibilita’ un’azienda che cresce di produzione (obiettivo e’ passare da 4,5 milioni di tonnellate a 6 milioni di tonnellate gia’ l’anno prossimo), di efficienza e riduce le perdite gestionali, oggi valutate in 20-25 milioni al mese. Il tutto, spiega Arcelor Mittal Italia, dando priorita’ al risanamento ambientale dove la multinazionale assicura di avere un piano all’avanguardia. Ma il clima e’ teso anche per l’annuncio fatto da Emiliano del nuovo ricorso al Tar del Lazio contro la proposta ambientale di Arcelor Mittal (l’addendum, che la Regione Puglia ritiene peggiorativo rispetto al Dpcm del 2017) e per lo scontro tra governatore e il suo consigliere giuridico, Rocco De Franchi – in passato vice sindaco di Taranto – da una parte e il Comune di Taranto e il Pd dall’altro. Questi ultimi accusano Emiliano di “strumentalizzare” i bambini e l’infanzia cavalcando i temi ambientali dell’acciaieria. “Caro presidente Emiliano siamo stanchi e esausti di subire incessantemente queste azioni e queste manovre lobbiste a danno della nostra comunita'” attacca il Pd di Taranto ad Emiliano. Secondo il Pd di Taranto, “la campagna elettorale” – ci si riferisce a quella per le regionali del 2020 dove Emiliano e’ ricandidato – “e’ cominciata sulla stessa scia di quella fatta per le provinciali”. Cioe’, si afferma, “creare spregiudicate coalizioni allargate al peggio del populismo di risulta e dell’ambientalismo terrorista, inconcludente e spesso ignorante. Un mix -rileva il Pd di Taranto – che ha creato panico tra i cittadini di questa citta’ diffondendo dati, notizie e interpretazioni false e tendenziosamente allarmanti”.