A cura di Francesco Del Vecchio
Politica monetaria e stabilità del valore della moneta. Ed ancora: il valore fiducia come cardine delle attività delle Banche centrali. Questi i temi al centro del terzo appuntamento del ciclo “Incontri con la Banca d’Italia” che dopo Bari e Roma fa tappa a Napoli. Argomenti quanto mai attuali dopo la bocciatura di Bruxelles alla manovra del Governo. Anzitutto la Politica monetaria vista dal profilo della sua diretta incidenza sulla vita delle persone, dal momento che le banche centrali agiscono sull’economia di uno Stato manovrando i tassi d’interesse. E non poteva mancare un approfondimento anche sul QE (quantitative easing), modalità non convenzionale, adottata ultimamente dal Governatore Mario Draghi, con cui una Banca centrale interviene sul sistema finanziario ed economico di una azione, per aumentare la moneta in circolazione quale stimolo finanziario. E si illustra il meccanismo meno noto delle OMT (Outrightmonetarytransactions), ossia acquisto diretto da parte della BCE di titoli di stato a breve termine emessi da paesi in grave difficoltà. Viene infine evidenziata l’importanza della comunicazione nella politica monetaria per orientare correttamente le aspettative degli operatori di mercato.
E’ toccato a Giuseppe Ferrero, del Servizio Congiuntura e politica monetaria della Banca d’Italia e Saverio Simonelli, Ordinario di Economia politica all’Università di Napoli Federico II, il compito più gravoso: spiegare il ruolo dell’euro nell’ambito della politica monetaria.
A Via Cervantes l’istituto ha aperto le porte alla comunità dei cittadini, ospitando stavolta decine di studenti universitari e liceali. A loro si è rivolto il sondaggio, effettuato real time, grazie a un’appresa fruibile a tutti i partecipanti all’incontro, aperto dal saluto del direttore della Sede di Napoli Antonio Cinquee introdotto da Angela Barbaro, capo della Divisione Comunicazione dell’istituto.
“C’è fame di informazione – dice in apertura Marco Esposito, giornalista del Mattino esperto di economia -, si può sapere di tutto grazie a qualsiasi dispositivo. Le notizie abbondano oggi più di quanto non sia mai capitato in passato. Eppure oggi più che mai è difficile verificarle”, afferma con evidente riferimento alla viralità delle fake news, che tanta parte ha nei social media.
Alla base di qualsiasi attività economica e di qualunque intermediazione o scambio commerciale c’è una risorsa impalpabile, che tuttavia consente a qualunque sistema bancario e creditizio (ed anche alla Banca centrale europea) di funzionare con efficacia: la fiducia che è difficile da conseguire e facile da perdere, salvo che non si eserciti in ambiti istituzionali profondamente credibili.
Anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco reca un contributo di delucidazionegrazie a un video in cui è risponde a domande di Paolo Mieli. Cosa è preferibile tra inflazione e deflazione? “Quest’ultima produce una crescita modesta dei prezzi che porta a rischi per chi ha debiti, alla riduzione dei consumi e dell’occupazione a causa degli investimenti che rallentano. Viceversa l’inflazione riduce il potere di acquisto dei salari e riduce i profitti. Quindi – conclude il Governatore – la condizione ideale è un tasso di inflazione moderata, che consente una relativa stabilità dei prezzi”.Il dibattito è proseguito ribadendo ruolo e funzioni della Banca d’Italia, obiettivo centrale del ciclo di Incontri: non solo politica monetaria e stabilità dei prezzi, ma anche vigilanza e innovazione nel sistema dei pagamenti (oggetto di appuntamenti precedenti), gestione della Tesoreria di Stato, ricerca ed educazione finanziaria.