Se il disegno di legge di Bilancio all’esame del Parlamento non dovesse subire modifiche, sono destinate a “scadere” misure come il bonus bebè, il congedo di quattro giorni per i neo-papà, gli sgravi contributivi per le politiche di conciliazione lavoro/famiglia e il voucher babysitter. Ha le ore contate anche il fondo mutui per la prima casa, che negli ultimi mesi ha registrato un boom di domande, circa 5.500 al mese. Il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, assicura che nelle prossime ore verrà presentato un emendamento governativo alla Camera che punta a prorogare per il 2019 il congedo di paternità obbligatorio. Annunciato, inoltre, un emendamento per riproporre il bonus bebè introdotto nel 2015 dall’allora governo Berlusconi. L’assegno di 960 euro annui, peri neogenitori con Isee non superiore a 25mila euro, raddoppia con Isee sotto 7mila euro. Resta appeso alla speranza di un emendamento anche il rifinanziamento degli sgravi contributivi introdotti con l’articolo 25 del Digs 80/2015 in via sperimentale per 2017e 2018, rivolti alle aziende che adottano misure di conciliazione vita-lavoro.