Politica interna
Genova, i funerali di Stato. Genova si è raccolta attorno alle sue vittime, nel giorno del lutto nazionale. I morti sono saliti a 43. Al funerale, celebrato dall’arcivescovo Bagnasco, presenti tutte le autorità dello Stato. Applausi sono stati riservati ai Vigili del fuoco, al capo dello Stato e ai membri del Governo, con Matteo Salvini in testa. seguito dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e da Luigi Di Maio. Mentre fischi hanno accolto I rappresentanti del Pd, l’ex ministro della Difesa Roberta Pinotti e il segretario del Pd Maurizio Martina. giunti per le esequie. A ricondurre la cerimonia funebre a un clima di compstezza e di rispetto per le salme. sono state le parole del capo dello stato, Segio Mattarella. il quale insistito molto sul concetto di unità e sulla sua importanza specie nei momenti di tragedia nazionale. Ha lanciato inoltre tre precisi moniti. Primo: garantire «vicinanza ai familiari di chi ha perso la vita, ai feriti e alle persone che hanno dovuto lasciare le abitazioni perché in pericolo». evitando quanto già è accaduto in passato, quando le calamità sono cadute spesso nell’oblìo. Secondo, assicurare l’«accertamento rigoroso e sollecito delle responsabilità», con tutta la severità necessaria. Infine la terza sfida, urgente e proiettata al futuro: «Assicurare al nostro Paese la sicurezza delle strade e dei trasporti».
I commenti. “Gli applausi di Genova a Di Maio e Salvini ci dicono che la tragedia ha unito il Paese intorno al governo” scrive Antonio Polito sul Corriere della Sera, che aggiunge: “quegli applausi hanno anche un innegabile significato politico: in grande maggioranza gli italiani considerano il recente risultato elettorale un cambio di regime. Dopo due mesi di governo gli elettori sono ancora più convinti di aver fatto la scelta giusta […] Attribuiscono invece ai «vecchi» tutte le colpe di un lungo ed evidente declino del Paese […] Di Maio e Salvini hanno dunque vinto la battaglia dell’opinione pubblica in queste ore tragiche”. Maurizio Molinari, suula Stampa, si interroga invece sull’impatto che la tragedia di Genova “avrà sulla coalizione giallo-verde […]. Se non riuscirà a dimostrare di saper tutelare i diritti dei cittadini rischia di rivelarsi assai simile ai partiti tradizionali che l’hanno preceduta. Esponendosi al pericolo di perdere in tempo record il ruolo di paladino dei «dimenticati»”. Il direttore del Giornale, sallusti, stigmatizza ferocemente il comportamento di Di Maio: ” ormai non mi sorprende più nulla, neppure Di Maio che rifiuta in quanto «mancia» i cinquecento milioni messi a disposizione per la prima emergenza dal gruppo Benetton […] Io mi auguro che se saranno ritenuti colpevoli – cosa al momento tutta da dimostrare – i Benetton paghino, in ogni senso (civile e penale) ben di più. Ma comportarsi da bullo in queste ore per strappare un applauso è da irresponsabile”. La tragedia di Genova è infine, nell’editoriale di Repubblica l’occasione per una lunga e amara riflessione di Scalfari sul presente e il futuro del nostro paese, che appare inerme di fronte alle calamità che ripetutamente lo colpiscono, dai terremoti dell’Italia centrale al crollo del ponte Morandi, perchè”impreparato e abitato e governato da gente di modesta qualità rispetto ad altri”.
Economia e finanza
La revoca della concessione ad Autostrade. La linea del governo contro la società Autostrade resta durissima. Lo annuncia Luigi Di Maio, lo conferma il premier Conte, segue (apparentemente con qualche cautela in più) anche Matteo Salvini: va revocata la concessione, nonostante la disponibilità della società a riparare i danni, costruire il ponte crollato a Genova e risarcire le vittime. E netto il leader del M5S: «L’unica strada che il governo seguirà è quella di andare avanti con la procedura di revoca […] Non accetteremo elemosine da Autostrade. Pretendiamo risarcimenti credibili, e non vi sarà alcun baratto». Il governo, ieri, ha tenuto un Consiglio dei ministri straordinario, stanziando altri 28,5 milioni di euro per la prima emergenza dopo i 5 già annunciati, e fa sapere che sono stati riscontrati «gravissimi inadempimenti», e quindi si avvia «in modo formale la contestazione» a Società Autostrade. Un iter confermato in una intervista al Messaggero dal
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti: «il governo, con responsabilità e senza fare processi sommari, ha intenzione di verificare se esistono le condizioni per il permanere della concessione. Ciò che è accaduto è impensabile: un tratto autostradale non può e non deve crollare in un Paese come l’Italia».
Poliica estera
Il vertice tra Putin e Merkel La crisi siriana, quella in Ucraina, il rispetto dell’accordo sul nucleare iraniano e il futuro del gasdotto Nord Stream 2 sono stati i temi principali della cena di lavoro tra Vladimir Putin e Angela Merkel, ieri sera al castello di Meseberg, la Gasthaus del governo tedesco nella marca brandeburghese. Sul progetto del Nord Stream 2 il leader del Cremlino ha aperto alle precise richieste di Merkel: «Si tratta di un progetto puramente economico e non vuol dire che il traffico di gas attraverso l’Ucraina si fermerà». Poche novità sull’Ucraina, dove il conflitto del Donbass rimane parzialmente congelato ma irrisolto. Più di sostanza la discussione sulla Siria, dove entrambi hanno concordato sulla necessità di evitare una nuova crisi umanitaria nella regione, che porterebbe a nuove ondate di rifugiati in movimento verso la Turchia e l’Europa. Così il segnale di Putin fra le righe è semplice: basta che i rapporti con l’Europa tornino a essere positivi, e si può affrontare con successo anche il problema dei siriani in fuga, incubo dell’intero continente e nodo da sciogliere nella politica interna tedesca. Per il governo di Berlino, ma probabilmente per tutte le cancellerie d’Europa, non c’erano parole più gradite di quelle pronunciate dal presidente russo: «Bisogna fare di tutto perché i siriani tornino a casa loro».
La morte di Kofi Annan. Kofi Annan, il primo africano nero a diventare Segretario Generale dell’Onu, morto ieri a 80 anni dopo una breve malattia. Ha vissuto da protagonista le crisi del mondo a cavallo del millennio, dl 1997 al 2006: la battaglia contro l’Aids, il genocidio in Ruanda, la guerra in Bosnia, l’11 settembre, l’Afghanistan e l’Iraq. Nobel per la pace 2001 per il suo impegno umanitario, nel 2012 era diventato presidente degli Elders, la task-force di diplomatici anziani voluta dall’amico Nelson Mandela; nello stesso anno aveva assunto l’incarico di inviato Onu per la guerra in Siria