Politica interna
Governo – Il governo metterà la fiducia sul decreto legge sul lavoro, su cui si voterà a partire da giovedì. Una decisione che ha fatto seguito a una burrascosa riunione di maggioranza che ha visto contrapposti Pd e Ncd. Fallita la mediazione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Il Nuovo Centrodestra voterà la fiducia, ma darà battaglia in Senato. Il premier Renzi minimizza: “Sono questioni di dettagli, tipiche di un momento in cui si vuole fare campagna elettorale”. Il testo del decreto era stato cambiato in commissione Lavoro, suscitando le proteste del Ncd e di Scelta Civica. Oggetto del contendere alcune proposte di modifica presentate da Maurizio Sacconi al testo passato in Commissione. Nello specifico la questione del limite del 20 per cento di contratti a tempo determinato, che in base al decreto avrebbe comportato per l’azienda che non lo rispettasse la trasformazione dell’eccedenza in contratti a tempo indeterminato. Sacconi ha chiesto che la sanzione fosse solo pecuniaria. Altra richiesta di modifica: la formazione dell’apprendistato, prevista inizialmente come pubblica (delle Regioni), in pubblica o privata, a scelta del datore di lavoro. A queste richieste si è poi aggiunta quella di Andrea Romano (Scelta Civica), con l’impegno ad adottare il contratto unico d’inserimento a tutele progressive.
Senato – È scontro sempre più duro sulla riforma del Senato, che ieri è tornata in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama e sulla quale il presidente del Consiglio Matteo Renzi continua a volere il primo sì entro le prossime europee. Il senatore Pd Vannino Chiti non ha ritirato il suo disegno di legge, che prevede fra l’altro l’elezione diretta dei senatori: “Servono equilibri fra le istituzioni e i poteri. Non si può avere per la Camera una legge ipermaggioritaria come è l’Italicum” … “e indebolire le funzioni di garanzia del Senato. Si rischia di impoverire la nostra democrazia”. E ora la proposta Chiti trova l’appoggio del M5S: “Siamo pronti a sostenerlo”, ha dichiarato il capogruppo pentastellato Maurizio Buccarella.
Berlusconi – Mentre si prepara al primo appuntamento con i servizi sociali, l’ex Cavaliere rimane chiuso ad Arcore, dove sta mettendo a punto i tasselli di una campagna elettorale pronta a partire. Uno dei concetti spot che potrebbe usare domani pomeriggio, quando registrerà la puntata di Porta a Porta, è questo: “Renzi fa finta di essere un liberale. In realtà si sta dimostrando un veterosocialista”. Perché, è il messaggio che Forza Italia ha intenzione di lanciare per bocca del suo leader, “il governo darà sì 80 euro a una piccola parte del Paese”, ma “si alzano le tasse sulla casa e vengono colpiti i risparmi delle famiglie a basso reddito”. Il tutto condito dal cavallo di battaglia per eccellenza: l’”Europa che così com’è non va bene”, in cui è diventato “difficile starci”. I fedelissimi definiscono Berlusconi motivato e Licia Ronzulli, che ha trascorso ad Arcore la giornata di Pasquetta, scrive fiduciosamente su Twitter: “I sondaggi sono come le previsioni del tempo, non ci azzeccano mai. Berlusconi inizierà la sua campagna elettorale e Forza Italia volerà”.
Segreto di Stato – Matteo Renzi ha firmato la direttiva che toglie il riserbo sugli atti relativi alle stragi di Ustica, di Peteano, dell’Italicus, di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, di Gioia Tauro, della Stazione di Bologna e del Rapido 904. “Abbiamo ‘declassificato’ i documenti su alcune delle pagine più oscure della storia italiana”, scrive su Twitter il premier. Fare in modo che il cittadino possa avere accesso, in anticipo, a carte riservate sulla storia delle stragi è un’iniziativa di trasparenza capace di suscitare una vasta eco. Critico sull’iniziativa Beppe Grillo, che parla di “bluff mediatico”. E rimarca: “Sarà pubblicato solo ciò che è già pubblico da anni”, e paragona Renzi all’ex presidente Usa Ronald Regan che “pur di farsi eleggere, promise di rivelare la verità sugli Ufo”.
Politica estera
Usa – Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama continua la sua attività diplomatica di avvicinamento al Giappone. Un’attività iniziata già nel 2009, quando inviò in missione in Asia il suo segretario di Stato, Hillary Clinton, e riservò al primo ministro giapponese Taro Aso l’onore della prima visita ufficiale al nuovo presidente Usa. Un modo per rendere meno sbilanciata l’attività diplomatica della Casa Bianca e per essere presenti dove, per dirla con le parole degli analisti di Obama, “stanno avvenendo i cambiamenti economici e sociali più rilevanti della storia dell’umanità”. Si colloca in questo contesto la visita di Obama, che ieri sera è partito per Tokyo. Una visita che serve a fare i conti con le frizioni e i conflitti che nell’area asiatica nascono dall’espansionismo cinese e dal comportamento imprevedibile del dittatore della Corea del Nord, ma anche dal risorgente nazionalismo giapponese.
Ucraina – “Gli Stati Uniti sostengono l’Ucraina” e le stanno a fianco nel fronteggiare “minacce umilianti”. Queste le parole di Joe Biden in visita a Kiev al nuovo governo nato dal Maidan. Una visita che serve anche a rinnovare la promessa di un aiuto a emanciparsi dalla dipendenza energetica dal gas di Mosca. Il vicepresidente americano lancia un monito al Cremlino: “Smetta di parlare e cominci a passare all’azione per realizzare gli accordi di Ginevra”. Accordi che, secondo il presidente ad interim Olexandr Turchinov, sono già stati disattesi “di fatto” dai filo-russi, che ieri hanno occupato un altro edificio amministrativo a Kramatorsk. Biden ha ribadito che le occupazioni “non possono essere un processo interminabile, non lo permetteremo” e ha invitato la Russia a convincere i separatisti a posare le armi.
Economia e Finanza
Spending review – Quarantuno provvedimenti per la completa attuazione. Si presenta così il Dl Irpef in vista della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il bonus Irpef e il taglio dell’Irap non avranno bisogno di ulteriori decreti per diventare pienamente operativi. Tempi stretti, invece, sull’attuazione della spending review e di una parte del piano dei debiti Pa. Una corsia veloce è riservata all’attuazione dei tagli sull’acquisto di beni e servizi della Pa. Dovrà arrivare, infatti, entro un mese il decreto del presidente del Consiglio che fissa gli obiettivi di risparmio per 700 milioni nel 2014 a carico delle amministrazioni centrali. Stesso termine breve per la stretta da 500 milioni sugli investimenti nella Difesa, compreso il congelamento del finanziamento previsto per quest’anno per il pagamento del contratto per gli F35. E le Autonomie avranno solo qualche giorno in più per mettere mano alle loro spending. Le Regioni entro il 31 maggio in sede d’intesa della Conferenza Stato-Regioni. A fine giugno, invece, con due Dm, il Viminale dovrà determinare i criteri per i tagli di province e città metropolitane e per i comuni. È scaglionato in più tappe l’intervento sui pagamenti della Pa, con gli ultimi atti che dovranno arrivare entro il 31 luglio 2014.
Mercati – Ieri il rendimento del BTp decennale ha chiuso sui minimi storici. Il saggio si è attestato al 3,09%. Lo yield del buono tedesco, dal canto suo, è rimasto praticamente invariato. Una duplice dinamica che ha permesso allo spread di scendere ancora (-4,1%) e archiviare la giornata a 155 punti base.