di Concetta Colucci
Si è tenuta al Cineporto di Foggia la presentazione di Tracce di Bene, il documentario biografico, dedicato a Carmelo Bene per la rassegna sul cinema documentario “Realtà.doc” finanziata da Apulia Film Commission.
Sono Tracce che riemergono dall’oblio dei ricordi con la voce di Carmelo Bene, pacata, intima e al tempo stesso capace di evocare atmosfere universali, insieme a storie personali e a storia del cinema italiano.
Tracce di Bene è il racconto di un attore, regista, scrittore italiano, un artista poliedrico attraverso un intreccio di interviste, estratti del backstage del film «Salomè», materiali inediti legati a Bene e alla sua biografia. Un intreccio paradossalmente coerente, appassionato ed energico.
Il documentario è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma 2017, è una produzione San Marino RTV, in collaborazione con la Segreteria di Stato alla Cultura di San Marino e Sky Arte HD.
Raccontare un personaggio che ha segnato la storia dello spettacolo italiano è una impresa sfidante per il regista, Giuseppe Sansonna, soprattutto se si tratta di un personaggio così complesso e avanguardista come Carmelo Bene.
Dalle Tracce affiora il racconto di una terra, il Salento, attraverso personaggi surreali e a volte onirici quanto presentissimi nella vita di Carmelo Bene. Ad esempio Giuseppe Desa da Copertino, guardiano dei porci, il santo ‘illetterato et idiota’, che, volava libero nel cielo, dopo che gli era stato risparmiato l’impegno di pensare: una brillante metafora di un Sud cattolico devoto ai Santi, con un inedito lato oscuro, un Salento stravagante ma mai gioviale o particolarmente solare, in una atmosfera gotica, forse favorita dal fatto che il documentario è stato girato a gennaio.
Tutto nasce dal recupero di una sconosciuta intervista, in cui Carmelo Bene narra la propria vita al suo intimo amico Giancarlo Dotto in un magnetico flusso di coscienza che ripercorre incontri significativi come quelli con Albert Camus e Pier Paolo Pasolini, rievocando una terra di infanzia immaginifica, frutto di ricordi e una Roma nel suo pieno slancio culturale, che lo acclamerà come grande artista.
Il regista Giuseppe Sansonna ha saputo evitare la narrazione elogiativa, magnificante, rendendo allo spettatore un uomo, Carmelo Bene, grazie al contributo di Giancarlo Dotto, che per anni è stato il suo assistente alla regia.
Sansonna, grazie agli attori, Luigi Mezzanotte (attore durante gli anni sessanta insieme a Carmelo Bene) e Flavio Bucci, ha tentato una autobiografia di Carmelo Bene, a partire dall’infanzia fino all’episodio del manicomio in cui fu temporaneamente rinchiuso di ritorno da una faticosa rappresentazione del Caligola di Camus. In quell’occasione Bene comunicò alla sua famiglia la sua intenzione di sposare una donna più grande di lui. La notizia fu talmente inconsueta e destabilizzante che provocò una reazione estremamente drastica: il giovane Bene sedato e legato, fu trasferito nel manicomio del paese. Nel documentario è rappresentata una scena in soggettiva dove tutti gli altri folli reclusi si avvicinano alla macchina da presa in processione.
Ricordi raccontati da una telecamera, ricordi che Sansonna non ha vissuto in prima persona, ma che ha saputo immaginare per raccontarli, grazie all’audio rovinato dei nastri conservati da Giancarlo Dotto, a due attori Luigi Mezzanotte e Flavio Bucci chiamati a vestire ruoli diversi, tra assurdità varie e coinvolgenti. Nei nastri il tono della voce è colloquiale, familiare, commovente. Una registrazione molto precisa, in quel documentario avrebbe prodotto forse un’operazione superflua. Così invece sembra di ascoltare qualcosa che privato dell’attore che tuttavia non si conosceva ancora.
È una registrazione della fine degli anni Novanta, in cui la voce è giocosa. I ricordi lontani si avvicinano e diventano parti di un ipotetico romanzo, si confondono con elementi immaginari, alla ricerca continua di una espressione d’arte nella vita, per sfociare in un anticonformismo continuo.
Tracce di Bene arriva a 80 anni dalla nascita di Carmelo Bene e a 15 anni dalla scomparsa di quello che fu per tanti un affabulatore e per altri, da Moravia a Montale a Pasolini, uno dei più grandi artisti del nostro Novecento.
Anno: 2017
Durata: 56′
Genere: Documentario
Nazionalita: Italia
Regia: Giuseppe Sansonna