Per le famiglie più povere sarà di 714 euro il maggior reddito medio annuo ricavato dallo sconto Irpef previsto dal Governo. A calcolarlo, e comunicarlo nel corso dell’audizione sul Def davanti alla commissione Bilancio di Montecitorio, è l’Istat. L’istituto nazionale di statistica, attraverso l’intervento del suo Presidente Antonio Golini, sottolinea poi che tale sconto in busta paga scende via via fino a 451 euro per le famiglie più ricche. In termini percentuali significa che si passa dal 3,4% del reddito allo 0,7%. Golini evidenzia inoltre che il taglio del 10% dell’Irap varato dall’esecutivo interesserà il 72,2% (circa 620mila) delle società interessate in virtù di un’“elevata presenza di imprese con base imponibile negativa o nulla” a fini di questa imposta. Ma anche che il Def produrrà un incremento del Pil dello 0,2% e un alleggerimento fiscali per 11,3 miliardi all’anno. Ma aggiunge che “al netto degli interventi di copertura delle maggiori spese e minori entrate previste dal Def, l’effetto positivo della crescita potrebbe essere ridotto a circa 0,1%”.
Golini si sofferma poi a delineare il quadro del mondo del lavoro italiano in questa particolare congiuntura, evidenziando come ”dal 2008 al 2013 la perdita di posti di lavoro sia stata di quasi 1 milione di occupati. Con una media nazionale del 4,2% in meno che però, scomposta per aree territoriali, vede nel Mezzogiorno un calo del 9% contro il 2,4% del Nord. Nel solo 2013 – ricorda Golini – il numero di occupati si è ridotto di 478 mila unità scendendo a 22 milioni e 420 mila, anche se dall’analisi dei dati trimestrali destagionalizzati, emerge un rallentamento del ritmo di discesa dell’occupazione durante il 2013: da -0,7% e -0,6% del primo e secondo trimestre 2013, a -0,3% nel terzo e quarto”.