“A seguito dei recenti blitz al Borgo Vecchio, Santa Maria di Gesu’ e nei quartieri di Resuttana e San Lorenzo, anche oggi e’ stata conseguita un’altra importante tappa nel lungo percorso di contrasto a cosa nostra e di affermazione della legalita’. Anche oggi l’attivita’ condotta dall’Arma dei Carabinieri riguarda il mandamento di Bagheria, dopo l’arresto del 30 ottobre 2017 del suo capo, Giuseppe Scaduto, quest’ultimo, cosi’ come Caporrimo, capo mandamento di San Lorenzo, aveva tentato di riorganizzare la commissione provinciale di cosa nostra”. Lo dice il colonnello Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo. “Oggi – continua Di Stasio – viene colpito quello che possiamo definire il processo di sostituzione di capi o affiliati storici con nuove generazioni di criminali, figli di capi appartenenti a famiglie influenti di cosa nostra. Infatti, dopo il recente arresto, a Palermo, di Biondino Giuseppe, noto figlio dell’autista e fiduciario del capo dei capi, e’ stato oggi assicurato alla giustizia anche Liga Paolo, nipote del citato capo mandamento di Bagheria
Ancora una volta, l’odierna operazione evidenzia come la pratica dell’estorsione continua a caratterizzare l’attivita’ di cosa nostra palermitana e, seppure si registri una costante diminuzione della connessa remunerativita’, resta comunque un processo parassitario di controllo delle famiglie mafiose sul territorio – conclude il comandante provinciale dell’Arma -. E mette in luce il crescente contributo di quei commercianti e imprenditori che trovano il coraggio di denunciare il pagamento del pizzo”