Politica interna
Assetto centrodestra. L’accordo nel centrodestra prende forma. Con un vertice serale a Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni compiono il primo passo concreto e firmano il programma della coalizione che verrà depositato entro domenica. I tre leader si fanno ritrarre sorridenti e con la penna in mano di fronte al documento che contiene i dieci punti delle proposta politica da sottoporre agli italiani. Sul documento manca la firma di Noi con l’Italia di Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto con cui è in corso una serrata trattativa che finora non ha ancora prodotto un esito positivo. E in tarda serata in una nota i componenti della quarta gamba definiscono «una mossa sbagliata la firma del programma» senza la loro presenza. Intanto Silvio Berlusconi dice che potrebbe essere lui il prossimo premier «se il verdetto della Corte di Strasburgo arriverà in tempo», anche se realisticamente ammette che «conoscendo i tempi di lavoro dei giudici, è difficile». Ma in ogni caso «abbiamo un candidato autorevolissimo». Chi? Top secret. Invece, secondo il leader di FI, per Matteo Salvini c’è un posto pronto: «Lui è un centravanti di sfondamento, sarebbe un ottimo ministro dell’Interno».
Fake news. Materia scivolosissima, quella delle fake news. Soprattutto in tempi di campagna elettorale, quando c’è chi avvelena di proposito i pozzi dei social network sul presupposto che un utente confuso è un elettore manipolabile. Il ministro dell’Interno Marco Minniti aveva preannunciato un’iniziativa per contrastare la diffusione delle bufale, e ieri ha svelato le carte: nella sala operativa della Polizia Postale, in presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli, ha inaugurato il “pulsante rosso” anti fake news. Si tratta di un servizio che permette agli utenti di segnalare l’esistenza di una possibile frottola online, indicandone l’indirizzo del sito sui cui si trova e la piattaforma social su cui “rimbalza”. Funziona così. Ogni cittadino che pensa di aver scovato una bufala sul web va sul sito del commissariato di polizia e clicca un bottone rosso. Denuncia. Subito si muove la polizia postale e valuta se la notizia è falsa. Nel caso lo sia, impone la censura e parte la denuncia penale per gli autori.
Politica estera
Accordo tra Macron a May. Sopravviverà alla Brexit l’entente cordiale fra la Gran Bretagna e la Francia? Sembrerebbe di sì, a giudicare dal primo vertice fra Theresa May ed Emmanuel Macron, che si è tenuto ieri all’accademia militare di Sandhurst, appena fuori Londra. Il presidente francese è stato accolto da truppe in parata e aerei che sfrecciavano in cielo mentre la premier britannica gli ha apparecchiato il pranzo in un pub di campagna (con stella Michelin) poco lontano: pasto innaffiato da vini francesi e servito da giovani camerieri altrettanto francesi. Il risultato immediato dell’incontro è l’impegno britannico a versare a Parigi 50 milioni di euro per migliorare la sicurezza a Calais, punto caldo del fronte della migrazione clandestina. Macron, inoltre si è fatto garantire che Londra accoglierà un maggior numero di migranti minorenni e di richieste d’asilo.
Papa Francesco Ai piedi delle Ande una Messa per l’integrazione fra i popoli ha segnato ieri l’ultimo giorno cileno del Papa argentino. A fianco del Cerro Dragón, l’immensa duna di sabbia dove l’impeto dell’oceano s’incontra con il deserto, la città di Iquique è una frontiera di vento e di colori. «Questa terra è terra di sogni, ma facciamo in modo che continui a essere anche terra di ospitalità». L’uscita dal Cile Francesco ha voluto così simbolicamente segnarla in questa striscia di sabbia della regione di Tarapacá, zona franca nel nord del Paese, porta d’accesso dagli altri Paesi sudamericani. Iquique è «terra di sogni», questo significa il nome nella lingua aymara, ha detto il Papa nell’omelia, «terra che ha saputo ospitare gente di diversi popoli e culture che hanno dovuto lasciare i loro cari e partire. Una partenza sempre basata sulla speranza di ottenere una vita migliore, ma sappiamo che è sempre accompagnata da bagagli carichi di paura e di incertezza per quello che verrà». Iquique, ha detto ancora il Papa è una zona «di immigrati che ci ricorda la grandezza di uomini e donne; di famiglie intere che, davanti alle avversità, non si danno per vinte e si fanno strada in cerca di vita. Essi – specialmente quelli che devono lasciare la loro terra perché non hanno il minimo necessario per vivere – sono icone della Santa Famiglia, che dovette attraversare deserti per poter continuare a vivere». Inoltre il Papa è intervenuto sul problema di Gerusalemme riconosciuta dagli Usa come capitale d’Israele in una lettera al Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib. «Solo uno speciale statuto internazionalmente garantito — scrive il Papa — potrà preservare l’identità, la vocazione unica di luogo di pace alla quale richiamano i Luoghi sacri, e il suo valore universale, permettendo un futuro di riconciliazione e di speranza per l’intera regione. E questa la sola aspirazione di chi si professa autenticamente credente e non si stanca di implorare con la preghiera un avvenire di fraternità per tutti».
Economia e Finanza
Tim. La Tim a trazione francese presenta il conto ai lavoratori: in preparazione del piano industriale che sarà presentato il 6 marzo vuole stringere un accordo con i sindacati per ottenere l’uscita di 6.500 lavoratori entro il 2020. La richiesta è stata ufficializzata ieri nel corso di un incontro a cui – oltre ai rappresentanti delle principali sigle – ha partecipato il responsabile (ad interim) delle risorse umane Agostino Nuzzolo. I punti di partenza sono due. II primo: in prospettiva con la digitalizzazione basterà un organico più snello. II secondo: i dipendenti Tim hanno un’età media di 49 anni e l’azienda non può privarsi del contributo dei giovani. Le categorie delle telecomunicazioni di Cgil, Cisl e Uil hanno dimostrato di capire l’esigenza. Aiutate anche dal fatto che le uscite sarebbero volontarie e incentivate. Di qui un comunicato unitario di Slc, Fistel e Uilcom. Che di per sé è già una notizia: l’azienda viene da accordi separati.
Sistema bancario. Valdis Dombrovskis mette subito le cose in chiaro e sgombra il campo da ogni equivoco in tema di crediti deteriorati bancari, argomento che continua a creare frizioni tra il mondo bancario italiano e Danièle Nouy, capo della Vigilanza della Bce. «La nostra è un’attività di regolamentazione – spiega il vicepresidente della Commissione -. Noi ci occupiamo di stabilire regole generali, il cosiddetto Pilastro Uno. La Vigilanza invece predispone misure per banche specifiche, che è il Pilastro Due». II pensiero del commissario lettone sembra piuttosto chiaro: il piano sullo smaltimento degli “Npl” (non performing loans) di Francoforte – la cui applicazione è slittata rispetto alla data prevista di entrata in vigore (1 gennaio) – non potrà stabilire delle regole generali valide per tutte le banche. Non è compito della Bee, che altrimenti agirebbe da legislatore. Intanto il governo italiano incassa un riconoscimento esplicito dei progressi effettuati nel processo di riduzione delle sofferenze bancarie, ma anche un invito a proseguire sulla strada intrapresa moltiplicandogli sforzi. II rapporto tecnico della Commissione europea sulla situazione dei crediti deteriorati preparato per l’Ecofm e pubblicato ieri – il cui contenuto era stato anticipato due giorni fa da Il Sole 24Ore – cita il nostro Paese fra i più virtuosi nell’affrontare al questione dei non-performing loans (Npl) nel corso dell’ultimo anno: protagonista di una «accelerazione inattesa» che ha fornito risultati «molto incoraggianti».