Un mese con i sacerdoti, annunciatori del Vangelo in Parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione. Come ogni anno torna la campagna di comunicazione per le Offerte Insieme ai sacerdoti destinate al sostentamento del clero diocesano.
C’è un’intera comunità con il suo parroco al centro dello spot tv sulle Offerte per i sacerdoti, con l’oratorio e gli abitanti del quartiere. Il parroco è Don Diego Conforzi, 42 anni, della parrocchia di Sant’Ugo nel quartiere Nuovo Salario di Roma, di circa 20.000 abitanti. Nel filmato una bambina del catechismo segue don Diego nella sua giornata tipo, dalle visite agli anziani alla pastorale giovanile, dal soccorso ai più poveri all’altare dove eleva il calice. “Doniamo a chi si dona” è la sintesi della campagna 2017 della Chiesa italiana. Uno spot per tornare a sottolineare l’impegno quotidiano di ogni “buon pastore” che ha scelto di essere al servizio del Vangelo e degli uomini, in ogni situazione, dalle più normali a quelle umanamente più problematiche.
Alla fine dei 15 e 30 secondi una voce recita: “Doniamo a chi si dona” con un invito a donare attraverso il sito www.insiemeaisacerdoti.it. Qui, oltre a tutte le informazioni sulle Offerte Insieme ai sacerdoti (storia, dati, modalità per donare, ecc.), è interessante seguire, le storie di alcuni sacerdoti. Tante immagini reali ed emozionanti, che accompagnano il visitatore nella vita dei tanti sacerdoti chiamati ad annunciare la buona novella con la parola e le opere.
“Le offerte Insieme ai sacerdoti sono, con l’8xmille, lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento dei sacerdoti diocesani, che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità. I sacerdoti si affidano quindi a noi, per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento. Essi dedicano la vita agli altri con una presenza costante che si declina in gesti a volte coraggiosi e a volte semplici di vicinanza. Oggi queste Offerte sono in crescita rispetto al passato. Sarebbe bello se potessimo veder confermare nel 2017 questo aumento. Qualsiasi offerta è gradita agli occhi di Dio, come l’obolo della vedova, anche la più piccola. Ma ogni Offerta rappresenta comunque un importante segno di appartenenza e comunione.”, spiega Matteo Calabresi, responsabile del Servizio promozione della CEI.
Tra i 35 mila preti diocesani sostenuti nella missione con le Offerte per il sostentamento ci sono sacerdoti come don Franco Picone che, a Casal di Principe, continua l’opera e il difficile cammino verso la legalità avviato da Don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra con 5 colpi di arma da fuoco, nella sua chiesa di San Nicola di Bari il 19 marzo 1994.
All’epoca dei fatti don Franco Picone era un giovane sacerdote, di soli 27 anni, che arrivò a Casale desideroso di riprendere quel cammino di legalità barbaramente interrotto. Un percorso da costruire giorno per giorno, con fatica e caparbietà. Dal giorno successivo a quel 19 marzo 1994 non c’è alba in cui don Franco Picone non pensi alla difficoltà della sua missione nella parrocchia al centro di Casal di Principe. In questo comune della provincia di Caserta, terra del clan dei Casalesi, lui lavora tutti i giorni per il cambiamento coinvolgendo soprattutto i giovani nelle numerose attività.
Tante le urgenze: i bambini e il loro diritto ad una scuola in grado di renderli domani uomini liberi, il bisogno di riscatto delle donne, voci di pace spesso inascoltate e l‘apertura verso gli immigrati, nuovi lavoratori dell’agro aversano ridotti quasi in schiavitù. Molti i progetti e le iniziative realizzate, negli anni, in nome del sacerdote scomparso. Nel 2013 un sogno di don Peppe Diana è diventato realtà: il piccolo centro per immigrati, nato più di venti anni fa grazie ad una sua intuizione, è stato trasformato in uno “Sportello Informativo e di segretariato sociale per Immigrati ‘Don Peppe Diana’ realizzato nell’ambito del progetto Akwaba, promosso dalla Caritas diocesana di Aversa e dall’Associazione di volontariato Dadaa Ghezo. Quando il sacerdote, diventato negli anni un’icona della lotta per l’affermazione della legalità nel proprio territorio, era parroco nella Chiesa di San Nicola, lamentava l’assenza di una concreta possibilità di accoglienza per chi veniva da lontano.
Dopo l’uccisione di don Peppino, grazie all’opera di don Franco e all’aiuto di tanti volontari, il centro di accoglienza ha continuato a vivere trasformando il suo servizio in funzione delle nuove povertà.
Per capire la forza e la costanza dell’impegno di don Picone, basta aprire la porta della sua chiesa e attraversare il corridoio dove ieri si sparse il sangue di don Peppino e dove oggi risate di bambini e voci di adolescenti e adulti si alternano nelle diverse ore del giorno.
“ Casale è cambiata tantissimo rispetto a venti anni fa – sottolinea Don Franco Picone – chi come me è vissuto in questo territorio ha notato, innanzitutto, il cambio di mentalità delle persone, l’atteggiamento di chi vive in questi luoghi, l’utilizzo della stessa parola ‘camorra’ che fino a qualche tempo fa non veniva pronunciata. Ma non è solo una questione di pronuncia, soprattutto il desiderio del popolo di essere liberato dalla schiavitù che l’opprimeva. I segni sono evidenti nell’impegno della scuola, delle istituzioni, delle associazioni; il territorio, però, ha ancora bisogno di tanta forza per riprendere un cammino ancora più solido”.
E lui, don Franco, è sempre lì, a disposizione di chiunque abbia qualcosa da chiedere e nei momenti di silenzio, quando la fatica si fa sentire, si rivolge a don Peppino, forte di quel rapporto tra un sacerdote e la sua terra, che neanche la morte è riuscita a spezzare.
Se Don Franco, che ha raccolto una pesante eredità, è sempre in prima linea nel difficile territorio in cui opera per Don Diana, martire per la libertà del suo popolo, si sono recentemente aperte le porte del processo di beatificazione.
Dal 26 novembre sulle reti nazionali fino al 31 dicembre, e per tutto il 2018 su TV 2000, l’invito a domandarsi da dove vengono le risorse per sostenere i sacerdoti e donare un piccolo contributo, verrà anche dallo spot in onda, come lo scorso anno, nelle versioni da 15 e 30 secondi. Da un’idea di Alessandro Sortino, lo spot è stato realizzato da Giuseppe Carrieri. Direttore della fotografia è Giancarlo Migliore e fotografa di scena Giorgia Benazzo.
Gli spot in formato web verranno promossi anche su Facebook: www.facebook.com/insiemeaisacerdoti. La pagina è molto seguita e racconta la missione dei sacerdoti attraverso storie vere presentate ogni mese nello spazio “Insieme a Don” con foto, interviste, documentari.
Tutte queste iniziative, promosse dal Servizio Promozione Sostegno Economico della CEI, hanno come obiettivo quello di continuare a diffondere la conoscenza delle Offerte Insieme ai sacerdoti destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività dei sacerdoti diocesani. Infatti da circa 30 anni i sacerdoti non ricevono più lo stipendio dallo Stato ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Le offerte sono deducibili e si possono versare alla posta (conto corrente postale n. 57803009), tramite bonifico bancario, con un contributo diretto agli Istituti diocesani sostentamento clero e con carta di credito, anche attraverso il sito web www.insiemeaisacerdoti.it.
Nel 2016 sono state raccolte 99.906 Offerte, per un totale di euro 9.365.946.
Le Offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi, a nome proprio o della propria famiglia. L’Offerta è nata come strumento di comunione tra sacerdoti e popolo di Dio, e delle parrocchie tra loro. Per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni curato infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario. Le Offerte e l’8xmille vengono allora in aiuto alla quota capitaria.
L’8xmille oggi è strumento ben noto e non costa nulla di più ai fedeli. Le Offerte invece sono un passo ulteriore nella partecipazione: comportano un piccolo esborso in più, ma indicano una scelta di vita ecclesiale. Tuttora le Offerte coprono circa l’1,8% del fabbisogno, e dunque per remunerare il clero diocesano bisogna ancora far riferimento all’8xmille. Ma il loro significato indica un’ulteriore consapevolezza e partecipazione alla vita di tutte le comunità italiane, oltre che della propria. I contributi versati vengono inviati all’Istituto centrale sostentamento clero di Roma, che li distribuisce equamente tra i preti diocesani. Assicura così una remunerazione mensile che va dagli 870 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1.354 euro per un vescovo ai limiti della pensione. Le Offerte oggi sostengono anche circa 3 mila preti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa per il Vangelo e per i fratelli, oltre che circa 600 missionari nel Terzo Mondo.
Il contributo è deducibile fino ad un massimo di 1.032,91 euro l’anno. Info: www.insiemeaisacerdoti.itwww.insiemeaisacerdoti.it