Politica interna
Elezioni e la mancanza di una grande coalizione. Siccome il sistema elettorale adottato in Italia (il Rosatellum) non consentirà l’affermazione di una maggioranza elettorale nelle prossime elezioni, è possibile che i partiti responsabili di centrodestra e centrosinistra dovranno trovare un accordo per governare insieme. Ma quell’accordo, se avverrà, soffierà sulle vele delle opposizioni populiste, rafforzandone il consenso popolare ed elettorale.
Occorre rivedere il modello di gestione dell’Eurozona in direzione di una unione politica democraticamente legittimata. Insomma, un governo di grande coalizione è giustificabile solamente se lavorerà per il suo superamento, cioè per rendere competitive l’Italia e l’Europa. Il sentiero è stretto, ma non si vedono percorsi alternativi. Con le elezioni siciliane si sgombra la via delle elezioni. Ora, dopo la manovra di bilancio, al capo dello Stato spetta solo di sciogliere le Camere, distinguendo gli obiettivi legislativi praticabili da quelli pretestuosi. Tutto sembra pronto per seguire, con l’interesse che merita, la sfida: tenendo presente che il cittadino non è solo spettatore, ma dovrà poi decidere, e quindi capire. Decidere, anzitutto, se partecipare: ed è questa la prima responsabilità, alla quale i partiti paiono non troppo interessati. (…)Non si reca alle urne un italiano su due, ormai, in media ma risvegliare assenti ed assenteisti, che già hanno consumato lo spazio per le promesse illusorie rischia di essere, per i partiti, un’arma a doppio taglio. Preoccupante è il fenomeno dell’uso di istituti e funzioni per scopi di consenso. Inquietante, ad esempio la torsione delle inchieste parlamentari – strumento nato con finalità di tutela delle minoranze – usate come manganelli, con i poteri di cui sono dotate, contro avversari politici e istituzionali”.
Ostia. Ostia è blindata. Politica e forze dell’ordine presidiano il litorale romano in nome della lotta contro le mafie.Il rullo dei tamburi del gruppo “Caracca” scandisce la colonna sonora del corteo, oltre mille persone che sfilano dalla stazione al lungomare, chiedendo casa, lavoro, onestà, legalità, contro la mafia, contro il fascismo, proprio nel giorno in cui a Roberto Spada viene contestato, anche, come aggravante, il metodo mafioso e dunque dovrà restare in carcere. Eppure, a una settimana dal giorno del ballottaggio che vedrà scontrarsi le candidate Giuliana Di Pillo, del Movimento 5 stelle, e Monica Picca della coalizione di centrodestra, anche l’impegno per la legalità sembra trasformarsi in oggetto di contesa politica. I Cinque stelle – accusano le altre forze politiche – hanno voluto mettere il cappello sulla parola «legalità», organizzando una marcia in solitaria con un post sul blog di Beppe Grillo firmato da Virginia Raggi. A nulla è servito il dietrofront grillino, che sotto le pressioni delle polemiche ha deciso di unirsi invece alla manifestazione indetta dal laboratorio di una lista civica del municipio, appoggiata da Mdp e dall’Anpi.Raggi prova a tenere il profilo basso e durante il corteo schiva le polemiche: «Non è questo il momento di fare campagna elettorale». La sua presenza, però, non trova il favore di tutti: «Gravissimo il tentativo di strumentalizzare la manifestazione come se fosse del M5S quando non lo è», accusano gli organizzatori.
Politica estera
Stati Uniti-Russia per spartizione della Siria. Trump e Putin, che in Siria coabitano in un turbolento “condominio militare”, hanno deciso a Da Nang, ben lontano dal Medio Oriente, la loro Sykes-Picot, l’accordo di spartizione del Medio Oriente raggiunto 101 anni fa da Gran Bretagna e Francia. In sintesi gli Usa riconoscono la vittoria di Mosca. Stati Uniti e Russia si sono pronunciati in una dichiarazione congiunta per l’integrità territoriale e la sovranità della Siria dopo la sconfitta del Califfato che voleva esattamente il contrario: cambiare i confini coloniali e abbattere insieme al fronte sunnita- Turchia e monarchie del Golfo – il regime alauita di Bashar Assad,l’unica minoranza rimasta al potere in Medio Oriente, sostenuto da Iran e Hezbollahlibanesi. Un accordo con la Russia salverebbe molte vite in Siria, ha detto Trump. «Abbiamo concordato molto rapidamente», parlando «a intermittenza» con Putin anche al tavolone della sessione Apec, ha spiegato il presidente. «Sembra che ci sia un buon feeling tra di noi, considerando che non ci conosciamo bene». La colpa di questa impossibilità di un colloquio normale, sostiene Trump, è della «barriera artificiale» alzata dai democratici con l’accusa alla Russia di aver tramato per influire sulle elezioni americane. Putin, a gesti e parole, ha insistito di non essersi immischiato nelle elezioni 2016: «Ogni volta che mi vede mi dice: “Non l’ho fatto, è assurdo”», ha aggiunto Trump. Ma la Cia ieri ha smentito entrambi i leader. «Non cambiamo posizione, Putin ha influenzato il voto per aiutare Trump». Secondo il presidente un buon rapporto con Mosca sarebbe importante, per risparmiare vite in Siria e fare pressione sulla Nord Corea: «La Russia ci potrebbe davvero aiutare a risolvere molto più velocemente le cose con Pyongyang». Putin, parlando ai giornalisti russi, ha detto di aver trovato Trump una «persona civile, ben educata e con cui si può trattare».
Corea del Nord. Mentre Donald Trump arriva oggi nelle Filippine, è scattata la più minacciosa esercitazione aeronavale americana mai awenuta al largo della penisola coreana, con lo specifico obiettivo di lanciare un severo monito a Pyongyang. Se sui mari si evoca lo spettro della guerra, al vertice Apec in Vietnam si invoca la pace: i presidenti Moon Jae-in e Xi Jinping hanno avuto ieri un incontro bilaterale, da cui è emerso che i due Paesi opereranno congiuntamente per una soluzione pacifica del problema nord coreano attraverso il dialogo, oltre a rimettere i loro rapporti economici su un binario normale «in tutti i campi». Moon andrà a Pechino il mese prossimo, mentre Xi ricambierà a febbraio in occasione delle Olimpiadi invernali di PyeongChang.
Ian Bremmer: «Il presidente americano vuole fare come Henry Kissinger, ma è un Kissinger senza strategia. La Russia è un Paese che sta seriamente perdendo rilievo. E Putin pensa di poter recuperare favorendo l’instabilità, il caos nel mondo, specialmente negli Stati Uniti. Ecco perché, per esempio, cerca di interferire nelle elezioni americane e degli altri Stati occidentali. Ed ecco perché non si vede tutto questo attivismo russo per contenere la Corea del Nord. Anzi Putin è molto più interessato ad aiutare i nordcoreani ad alimentare tensioni a livello globale. Da questo punto di vista c’è una grande differenza».
Economia e Finanza
Meeting “Medici con l’Africa Cuamm”. Piena sintonia tra Palazzo Chigi e l’Eurotower. Questo il messaggio politico emerso ieri al meeting annuale di “Medici con l’Africa Cuamm” ad Assago, alla porte di Milano, tra il premier Paolo Gentiloni e il presidente della Bce, Mario Draghi. Si parlava di Africa e solidarietà, ma il clima era di attesa per l’incontro tra il premier Gentiloni, che appena due settimane fa aveva confermato il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, sfidando le bordate del Pd di Matteo Renzi, e il presidente Draghi, chiamato in causa da notizie su possibili note inviate nel 2009 dalla vigilanza di Via Nazionale all’allora governatore sulla popolare di Vicenza. Gentiloni: l’Italia «sta tornando a crescere» in maniera convinta. Dopo «aver ridotto il deficit dal 5,3 al 2%». Una patente di credibilità che il Paese può esibire. Un tesoretto «da non dilapidare». I territori industriali, che il Festival sta raccontando, sono il detonatore della ripresa. Perché amplificatori del boom dell’export che a Bergamo è cresciuto del 45% in sette anni. «Di una cosa siamo certi — aggiunge Gentiloni —: siamo fuori dalla più grande crisi economica del dopoguerra, le previsioni di crescita erano dello 0,8% e oggi sono doppie. Questo risultato è merito «del lavoro, delle famiglie e delle imprese».
Paradise Papers. Ogni giorno si allunga la lista dei clienti serviti o rappresentati dal network di servizi offshore al centro dei Paradise papers. Perfino un Paese della Ue, a quanto risulta dal sito ufficiale del ministero degli Esteri finlandese. E poi Regine, principi, università, politici, finanzieri, multinazionali, piccole imprese, misteriose posizioni cifrate: mezzo mondo è passato dalla law firm. Chi per sottrarre soldi al fisco o nascondere capitali e chi invece per servizi e consulenze alla luce del sole. Ma pur sempre il sole di paradisi fiscali perché non c’è traccia a New York, Londra, Tokyo ecc. di sedi Appleby o Asiaciti, l’altra società di consulenza hackerata per un totale di 13,4 milioni di file. Cayman, Isole Vergini, Bermuda, Seychelles, Jersey, Singapore, qui operano riservati e silenziosi gli gnomi della finanza sommersa. Nei Papers si rintraccia l’ex presidente del Costarica e numero uno dal 2002 al 2004 del World Economic Forum, José Maria Figueres. Qualche brivido sta disturbando il sonno alla povera Elisabetta II, ai presidenti Trump, Putin, e a una lunga lista di nomi che contano. La storia comincia con una fonte anonima che ha deciso di consegnare al Consorzio internazionale di giornalisti investigativi qualche milione di file sullo studio legare offshore Appleby. E impossibile sapere chi sia, ma il succo è: «Lecito o illecito qui c’è un mondo fatto di imprenditori, singoli miliardari e società, che stanno impoverendo i loro Paesi. Fate in modo che si sappia». Ad aderire al Consorzio per l’Italia c’è il gruppo Espresso e la testata di Raia Report.