È iniziato in un’Aula quasi deserta il cammino della legge elettorale. Con l’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che esprime tutte le perplessità: “È semplicemente abnorme che íl gioco e il patto extracostituzionale sulla data del voto sia quasi diventato un corollario dell’accordo tra partiti sulla nuova legge elettorale che già sembra destinata a rendere più difficile la governabilità del Paese. Una legge che serve solo a quattro leader”. “In tutti i paesi democratici europei si vota alla scadenza naturale – ricorda Napolitano – : fare diversamente significa dare il massimo contributo negativo al consolidamento della credibilità politico-istituzionale del paese”. E Beppe Grillo prima lancia accuse “è una legge complicata”, e poi ammorbidisce i toni e dice “ma siamo soddisfatti”. Mentre il segretario del Pd, Matteo Renzi, rallenta: “Niente fretta per il voto”. Enrico Letta: si va al voto per il capriccio di uno. Silvio Berlusconi: “Non c’è ragione di temere le elezioni anticipate. Se si votasse in autunno la manovra economica potrebbe essere predisposta dal governo oggi in carica e portata a termine da quello che verrà”. Sergio Mattarella si sta preparando al voto anticipato: se proprio sarà costretto a decretare il tutti a casa entro l’autunno, per lui è meglio prima che dopo. Meglio votare a settembre, in quella domenica 24 della quale si parla con insistenza, in modo che un nuovo governo sia già in grado di mettere in piedi la legge di Bilancio il cui termine di presentazione è fissato per il 15 ottobre.