Passo avanti per la sperimentazione, la prima su scala nazionale, delle superiori a 4 anni anziché 5. La bozza di decreto che autorizza le prime classi degli istituti scolastici del secondo ciclo (licei, tecnici, professionali, statali e paritari) ha ricevuto semaforo verde, seppur con una serie di osservazioni, da parte del Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi), l’organo
tecnico-consultivo del ministero dell’Istruzione.
Il provvedimento potrà ora essere adottato dalla ministra, Valeria Fedeli (gli step successivi sono Corte dei conti e pubblicazione ufficiale). Novità che, se varate, si applicherebbero a settembre 2018.
Dopo alcuni esperimenti negli anni passati (avviati poi concretamente in appena una manciata di licei c Istituti tecnici, parte statali e parte paritari) l’idea di approfondire progetti per ccorciare la durata delle superiori fu rispolverata dall’ex titolare del
Miur, Stefania Giannini, ma poi accantonata perla crisi del governo Renzi.
La bozza di decreto era comunque pronta e la ministra Valeria Fedeli, al suo insediamento decise di fargli comunque iniziare l’iter amministrativo.
Che ora ha portato al primo “sì” del Cspi, seppure con paletti: sperimentazione fortemente presidiata dal ministero, con linee guida preventive; vigilanza attenta dii parte degli ispettori (per evitare possibili abusi e scorciatoie); evitare ripercussioni negative su offerta formativa e docenti («non ci sarà nessuna riduzione di organico», assicurano dal Miur).
Del resto, l’abbreviazione (di un anno) del percorso di studi permetterà di far uscire i ragazzi dalle aule a 18 anni, come avviene
da tempo, in molti paesi europei (tra cui Spagna, Francia, Regno Unito, Portogallo, Ungheria, Romania – in Finlandia l’ultima campanella suona, addirittura, a 17 anni). E aiuterà, anche, a contrastare l’abbandono scolastico: già oggi, raccontano dal ministero dell’Istruzione, sono centinaia gli studenti che vanno all’estero al quarto anno di scuola.