Si è diversi non quando si dichiara di essere diversi, ma quando si agisce diversamente. Scegliendo Marra, Virginia Raggi non ha agito diversamente dai suoi predecessori – scrive Roberto Saviano su Repubblica. L’arresto del fedelissimo della sindaca, l’uomo che ha difeso innumerevoli volte da luglio a oggi resistendo anche alle sollecitazioni di Beppe Grillo, che avrebbe voluto la sua rimozione, dimostra una volta di più che il re è nudo. L’arcadia idealizzata dal Movimento non esiste, non è mai esistita. I pochi mesi di amministrazione Raggi a Roma sono bastati a farci comprendere quanto il M5S sia fragile. Una denuncia che si sta sollevando anche al suo interno, come dimostra il clima che sta infuocando il confronto tra le diverse correnti romane e parlamentari. Il Movimento, purtroppo per i suoi elettori e per i tantissimi italiani che gli hanno dato fiducia nella prova referendaria, in mancanza di regole organizzative e di selezione precise e riconoscibili, in altre parole di regole democratiche, sta evidenziando un altro dei suoi limiti, forse il più inquietante: è un movimento scalabile. Beppe Grillo lo sa bene, ne è perfettamente consapevole, ma finora non ha potuto riconoscerlo pubblicamente — forse nemmeno con i suoi più stretti collaboratori — perché significherebbe alzare bandiera bianca, ammettere che la sua creatura non ha sufficienti anticorpi per scongiurare che gruppi organizzati possano infiltrarsi nelle sue strutture fluide e prendere il potere, utilizzando la buona fede degli elettori.