Padre Maurizio PATRICIELLO
Sono stato, mercoledì 12 marzo, a visitare il forno crematorio di Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno. Ho potuto notare che il forno è stato costruito a ridosso del piccolo cimitero di montagna, in mezzo agli alberi, lontano dal cento abitato. Al contrario, il nostro verrebbe a essere incastonato tra case, scuole, negozi e pizzerie. Questo, secondo me, è un dato fondamentale. Nei pressi del forno ho notato che si sentiva puzzo di bruciato e dalle ciminiere uscivano nuvole di fumo.
Mi domando, con onestà intellettuale, senza alcuna ipocrisia o interessi personali se, quelle stesse nuvole, viste dai balconi, dalle cucine o dalle camerette dei bambini degli abitanti di Frattaminore non potrebbero arrecare loro danni di natura psicologica. Inoltre, come già chiarito, un forno crematorio nel nostro cimitero, diverrebbe, nel giro di pochi mesi, attrattore di tantissime salme dai paesi e dalle città vicine con i relativi problemi di traffico. È possibile confrontarsi su questi problemi senza tentare di confondere le carte in tavola? Inoltre, qualcuno si accorge finalmente delle infiltrazioni camorristiche nell’affare del “ caro estinto” ritenendo che la cremazione metta fine a questa piaga. Non credo che se la camorra negli anni ha messo le mani su trasporti funebri, tumulazioni e sepolture senza che chi di competenza riuscisse a fermarla, si lascerà intimidire oggi dal metterle anche sulla cremazione. Tutto qui, fratelli. Tutto qui.