Politica interna
Referendum: La vittoria di Donald Trump piomba sulla campagna referendaria, manda all’aria i sondaggi e ridisegna le strategie. I leader populisti interpretano la clamorosa sconfitta di Hillary Clinton come un presagio di vittoria, con Beppe Grillo convinto che l’onda americana porterà uno tsunami politico in Italia e con Matteo Salvini pronto a lanciare un’Opa sulla leadership del centrodestra. Da parte loro i dirigenti del Pd sperano che il terremoto geopolitico a stelle e strisce induca gli italiani a un voto “responsabile”, che non mandi all’aria le riforme e il governo. In Consiglio dei ministri ieri girava un sondaggio che dava i No al 56% e i Sì al 44% con Renzi che ha esorcizzato: “Speriamo che i sondaggisti italiani stiano prendendo un’altra cantonata…”. Secondo Bersani il problema è che Renzi ha trasformato il referendum in un giudizio di Dio: “La sinistra con Sanders avrebbe vinto, perché lui non tiene due piedi dentro l’establishment. Se lo fai apri dei varchi alla destra e questi sentimenti peseranno anche il 4 dicembre”. Intanto a gelare i dem arriva la tesi del politologo Roberto D’Alimonte, l’ideatore dell’Italicum, il quale ritiene che Trump sia arrivato alla Casa Bianca per il sentimento anti-élite del popolo e della classe media: “Questo fattore è contro Renzi perché è lui, per molti, a rappresentare l’establishment”, e dunque il voto al referendum “è un’occasione per punirlo o per cacciarlo”. Da parte sua il premier insisterà nel dire che la riforma elimina la casta e nel paventare il ritorno della vecchia guardia.
Umberto Veronesi: Camera ardente e funerali laici a Palazzo Marino per Umberto Veronesi, morto martedì sera a 90 anni. Per tutta la giornata di ieri nella casa dove si è spento l’oncologo sono arrivati migliaia di messaggi da tutto il mondo, visite da parte di rappresentati della politica e della cultura, oltre alle testimonianze di ex pazienti. Anche il presidente della Repubblica Mattarella ha voluto ricordare la figura di Veronesi: “Desidero esprimere ai familiari, agli amici, ai colleghi di lavoro e a quanti hanno collaborato con lui, il mio cordoglio e la mia vicinanza, sicuro di interpretare i sentimenti dell’intero Paese”. Da parte sua l’ex presidente Giorgio Napolitano ha parla di “un grande scienziato, un infaticabile medico che ha curato e sempre di più guarito dal cancro innumerevoli persone, incoraggiandole e sostenendole, anche sul piano umano in momenti cruciali”.
Politica estera
Donald Trump: Il candidato repubblicano Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America, con 279 grandi elettori contro i 228 di Hillary Clinton. Il tycoon ha travolto la favorita Hillary, ha ribaltato i sondaggi e ha compiuto il miracolo, strappandole non solo quasi tutti gli stati chiave, ma anche alcuni feudi democratici dove Barack Obama aveva vinto agevolmente quattro anni fa. Le prime parole di Trump sono proprio per la rivale: “È stata una campagna durissima, e il segretario Clinton ha lottato duramente. Esprimo la mia gratitudine per il servizio che ha reso al Paese, e lo dico molto sinceramente”. Nel suo primo discorso da presidente, Trump ha usato toni moderati: “Per l’America è arrivato il momento di fasciare le ferite della divisione, dobbiamo riunirci. A tutti i Repubblicani e i Democratici e agli Indipendenti di questa nazione dico che è tempo di unirsi come un solo popolo. Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani”. Hillary Clinton ha augurato al neo presidente di fare quanto meglio possibile nell’interesse della nazione, sottolineando che bisogna dare a Trump la possibilità di governare. Intanto, da ieri la squadra del presidente eletto, guidata dal governatore del New Jersey Chris Christie, è già al lavoro per identificare ministri, ambasciatori, consiglieri e giudici che formeranno la nuova amministrazione e la nuova leadership repubblicana. Tra i nomi caldi ci sono Rudolf Giuliani, Newt Gringrich e lo stesso Chistie. The Donald avrà dalla sua parte anche un Congresso “amico”: dalle urne è uscita una schiacciante vittoria del Grand Old Party, che mantiene il controllo sia della Camera dei Rappresentati sia del Senato. Oggi, invece, Trump sarà ricevuto da Barack Obama per un primo passaggio di consegne.
Economia e Finanza
Borse: Alla vittoria di Donald Trump non sono seguiti i cataclismi ipotizzati da più parti, tanto che Wall Street e le principali Borse europee hanno chiuso in rialzo. Se si esclude il -5,13% della Borsa di Tokyo (quella che per questioni di fuso orario non ha avuto il tempo di metabolizzare l’iniziale shock sui mercati per la vittoria del tycoon) gli altri mercati hanno dimostrato un’inaspettata freddezza, reagendo alle vendite iniziali e accelerando nel finale. Piazza Affari, costantemente più volatile degli altri listini per via della sua forte esposizione ai titoli bancari, ha perso lo 0,1%. Alcuni commentatori sottolineano però che è ancora presto per tirare un sospiro di sollievo addebitando questa prima reazione delle Borse alle prese di profitto. Inoltre gli investitori prima di muoversi vorranno obiettivamente capire quante delle parole usate da Trump in campagna elettorale saranno seguite dai fatti. La vittoria del candidato repubblicano, inoltre, mette in discussione la guida della Federal Reserve. Infatti non è da escludere che possa rimpiazzare l’attuale governatore Janet Yellen.
Bce: La Banca centrale europea si è espressa con molta cautela dopo le iniziali turbolenze seguite alla vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane, ma l’incertezza che seguirà al voto potrebbe corroborare la decisione del consiglio, il prossimo 8 dicembre, di estendere il programma di acquisto titoli, il cosiddetto Qe, oltre il marzo 2017. Il capo economista Peter Praet ha ribadito la linea già ripetuta più volte da Mario Draghi: “La Bce dev’essere più calma dei mercati. Normalmente quel che facciamo è guardare al di là della volatilità dei primi giorni, quindi dobbiamo avere un po’ di pazienza e vedere come la situazione si evolve. Tutte le comunicazioni sulla politica monetaria non cambieranno ora come conseguenza”. Oltre all’incertezza della vittoria di Trump, anche un indebolimento del dollaro nei confronti dell’euro (soprattutto se la Federal Reserve dovesse rinviare il rialzo dei tassi d’interesse atteso per dicembre) può rappresentare una restrizione delle condizioni monetarie indesiderata e indurre a un allungamento del Qe.
Bruxelles: Nonostante un’apertura del commissario Ue Pierre Moscovici sulle spese per la messa in sicurezza post-terremoto, l’Italia rischia di violare le regole del Patto di Stabilità il prossimo anno, secondo i dati pubblicati ieri nelle previsioni economiche d’autunno della Commissione europea. I numeri sono senza appello: con una crescita allo 0,9% nel 2017, il deficit rimarrà al 2,4%, il debito salirà a 133,1%, mentre il saldo netto strutturale peggiorerà dello 0,6% di Pil. L’Italia è lontana dalla raccomandazione dell’Ecofin di migliorare il saldo strutturale dello 0,6%, ma anche dello 0,2% che Pier Carlo Padoan aveva garantito a maggio per ottenere la flessibilità nel 2016. A questo punto la possibilità che la Commissione Ue accetti la richiesta di Renzi di scontare spese eccezionali per migranti e terremoto (pari allo 0,4% di Pil) diventa fondamentale. Per il momento Moscovici non si è voluto sbilanciare sul giudizio della prossima settimana, ma ha usato toni concilianti dopo le polemiche degli ultimi giorni: “Questa Commissione comprende le difficoltà politiche e sociali dell’Italia e accompagna lo sforzo di riforme”. Intanto per la zona euro, le cui previsioni di crescita sono state tagliate all’1,5% per il 2017, i rischi sono anche geopolitici. L’elezione di Donald Trump, infatti, potrebbe avere un impatto non solo sulla crescita, ma anche sugli orientamenti della Commissione. “Con l’aumento dell’incertezza globale ora è ancor più importante perseguire politiche di bilancio prudenti”, ha avvertito il vicepresidente Valdis Dombrovskis.