La resistenza degli sfollati dopo le scosse registrate il 30 ottobre nel Centro Italia. I terremotati non vogliono lasciare i paesi devastati. Il governo invierà container. Il suolo si è abbassato di 70 centimetri. Renzi chiede unità. I 5 Stelle: potremmo votare il decreto. I danni a Roma. (…) Si dorme poco e con la rabbia sul cuscino, ci si sveglia con la rivolta nell’anima. Qui è così, adesso, ed Emanuela si porta tutto sul viso. «Dormivamo già in tenda dalla botta di mercoledì scorso, nella campagna del mio ragazzo», dice. Sicché domenica mattina, alle 7 e 41, le ha guardate dalla tenda le case della sua Norcia andare in briciole, come in un film di fantascienza: «Ho visto la polvere e il fumo. Ma non ce ne andiamo, sa? Abbiamo il riscaldamento nella nostra tenda, non ci cacciano!». Nella piccola storia di Emanuela Novelli, dietro il bancone del Bar Italia che, pochi chilometri sotto il borgo storico è diventato quartier generale per soccorritori e cronisti, c’è molto dell’umanissima ribellione che sta montando: figlia dell’ansia, sì, ma anche del burocratismo, e dei silenzi. «Qua tutti prendono appunti ma nessuno ci dà risposte», è il coro.