Gli eurodeputati del M5s Piernicola Pedicini, Marco Zanni e Marco Valli, hanno presentato un’interrogazione alla Commissione Ue sulla mega operazione finanziaria che potrebbe portare all’intervento della banca americana JP Morgan Chase&Co per assicurare il presunto salvataggio della banca Mps, Monte dei Paschi di Siena.
Gli esponenti pentastellati hanno posto alla Commissione europea tre precisi interrogativi: chiarire quale impatto avrà su creditori, risparmiatori e obbligazionisti di Mps l’ingerenza di JP Morgan sul governo italiano e sulla Commissione Ue? Verificare i conflitti di interesse dei soggetti interessati alla vicenda, visto che sembra sia stata la stessa JP Morgan a suggerire al governo Renzi il meccanismo di cui essa stessa usufruirà? Stimare le ricadute sul sistema bancario europeo di una tale operazione?
Lo Stato italiano – è spiegato nell’interrogazione – ha proposto il meccanismo della Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs), che ha già ricevuto approvazione dalla Commissione europea. Lo schema trova applicazione sull’operazione Montepaschi dove JP Morgan potrebbe garantire una parte importante del prestito ponte necessario per portare fuori dal bilancio della banca senese almeno 10 miliardi dei 27 miliardi di euro di sofferenze lorde senza rischiare nulla, essendo il finanziamento interamente garantito dalla Gacs, quindi dallo Stato italiano e dalla fiscalità generale, con la previsione dell’incasso di ingenti commissioni stimate in 500 milioni di euro a valere sul bilancio Mps se verranno portati a termine prestito ponte e aumento di capitale a favore della banca senese. Per garantire il buon fine di tali operazioni – è evidenziato nelle conclusioni dell’interrogazione – il governo italiano, azionista di riferimento di Mps, sembra su suggerimento di JP Morgan, ha licenziato l’ad di Mps Fabrizio Viola, rimpiazzandolo con Marco Morelli già General Manager di JP Morgan.
Per quanto riguarda la JP Morgan Chase&Co va aggiunto che è una società con sede a New York ed ha l’hedge fund (fondo comune di investimento) più grande degli Stati Uniti (53,5 miliardi di dollari in attività). Attiva in 60 Paesi, serve nel complesso 90 mila clienti ed è l’azienda di servizi finanziari più vecchia al mondo.
La JP Morgan nel corso degli anni è stata coinvolta in vari scandali.
Nel 2011 fu coinvolta nella truffa dei mutui subprime (mutui erogati a clienti “ad alto rischio”) che fece esplodere il mercato immobiliare americano e provocò la crisi economica globale che ancora oggi stiamo vivendo. La procura di New York denunciò per frode Bear Stearns e Emc Mortgage, del gruppo JP Morgan. Le perdite della Bear Stearns ammontarono a 22,5 miliardi di dollari. Le perdite sono state coperte in gran parte dalle tasse dei cittadini americani.
Il 7 ottobre 2010, Jp Morgan Chase fu protagonista a Londra dello scandalo London Whale che riguardò le operazioni di compra-vendita di titoli derivati e che hanno causato un ammanco di circa 6 miliardi di dollari.
Il 30 luglio 2013, il governo statunitense e gli investitori sono stati risarciti da J.P. Morgan Chase, per aver manipolato il mercato energetico in California e nel Midwest, spacciando azioni ai propri clienti, di centrali elettriche in perdita per incredibili fonti di profitto.
Il 28 maggio 2013 banca Jp Morgan ha pubblicato un rapporto in cui affermava la necessità di intervenire politicamente a livello locale presso gli Stati del Sud Europa per consentire ai governi riforme strutturali improntate all’austerity, arrivando in particolare a definire le costituzioni adottate in seguito alla caduta del fascismo come «inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea», in quanto mostrano una «forte influenza delle idee socialiste», per cui i sistemi costituzionali presentano «esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali nei confronti dei diritti dei lavoratori».