“Caro ministro, – scrive don Maurizio Patriciello rivolgendosi al Ministro dell’Ambiente, Galletti – mercoledì a Gricignano di Aversa- a pochi passi dalla mia parrocchia di Caivano – sono andati in fumo centinaia di tonnellate di rifiuti ammassati nella Eco Transider, meglio conosciuta come “fabbrica della puzza”. Da giorni questo luogo infernale è presidiato da cittadini esasperati. Mi creda, questo luogo è una sorgente di fetori acidi, nauseabondi, stomachevoli. Naturalmente mercoledì ero con i parroci e il popolo, sfiniti ed esasperati oltre ogni misura.
Da giovedì mattina ho un ritorno di asma. Faccio fatica a respirare. Ho fatto fatica anche a celebrare la santa Messa. Nella “Terra dei fuochi” – scrive Patriciello su Avvenire – non è cambialo niente. Chi dice il contrario mente. Gli italiani che hanno la sventura di vivete in queste terre si sentono dimenticali dallo Stato. Per ciò che respirano, ma non solo. Manca la manutenzione delle strade. le bretelle che portano alle sudi si rade somigliano a viottoli di campagna: l’erba alta arriva fin quasi al centro delle carreggiate. Manca la vigilanza sulle zone industriali. Manca la tracciabilità dei rifiuti industriali e ospedalieri. L’evasione fiscale, cui faceva riferimento il presidente della Repubblica Mattarella nel discorso di fine anno, perla nostra gente si trasforma in malattie e morte. I cittadini onesti pur pagando le tasse per lo smaltimento dei rifiuti urbani, non godono dei benefici promessi.
Provi, ministro, a mettere insieme roghi tossici, “fabbriche della puzza “, rifiuti interrati, discariche abusile. Provi a pensare ai malati oncologici che faticano a essere visitali negli ospedali, quasi tutti proiettati verso i servizi a pagamento dell’lntramoenia. Aggiunga la disoccupazione che affama, il lavoro in nero che umilia, la follia camorrista che paralizza. Provi a pensale quanta fatica fanno le persone oneste e responsabili a mantenersi tali. Sappia che di nuovo a questa gente onesta e responsabile, laboriosa e buona viene rapinata l’aria, l’aria, ministro, non il conto in banca, non la macchina in garage. Mi fanno piangere i bambini costretti a scendete per le strade gridando “Vogliamo vivere”. Vivere è un diritto, nessuno dovrebbe invocarlo.
“Torni qui, ministro Galletti – conclude Don Patriciello – Venga a vedere come viene ancora maltrattato e avvelenato l’ambiente nella “Terra dei fuochi”. Dio la benedica”.