Pubblichiamo un articolo del Foglio sul Mezzogiorno. Ancora una volta un’analisi in nero che rispolvera il vecchio luogo comune dell’assistenzialismo. Un modello valido negli anni 80. Ma che oggi è a dir poco superato visti gli “scippi” di risorse decisi negli ultimi anni dai governi nazionali. Ma questo assistenzialismo all’incontrario, evidentemente, non fa comodo all’analista che deve solo difendere le ragioni del Sì…
Secondo i sondaggi il No al referendum è in netto vantaggio nelle regioni meridionali. Non è un No specificamente rivolto a questa innovazione istituzionale, ma un atteggiamento negativo sulla prospettiva di uno stato più efficiente e in grado di assumere più rapidamente decisioni vincolanti.
E’ lo stesso atteggiamento che ha portato al relativo successo nel sud del referendum contro le trivelle, che anima la rivolta napoletana contro “l’ingerenza” del governo sul recupero dell’area di Bagnoli, e che converge con uno spirito antimodemo e antiproduttivo e segna la disfatta del meridionalismo tradizionale, quello che puntava sull’industrializzazione, sostituito da un meridionalismo assistenzialista.
Va detto che in realtà anche nel primo Dopoguerra alle proposte di infrastrutture e industrie si opponeva una resistenza basata sulla esaltazione dell’autonomia. Mentre da parte della Dc si lavorò su ima linea di intervento pubblico, a sinistra resisteva una tendenza a sopravvalutare la questione agi-aria. Ma alla fine vinse anche lì la posizione di Giuseppe Di Vittorio, favorevole alla Cassa del mezzogiorno.
Con il passaggio alle regioni dei poteri amministrativi si cronicizzarono forme di assistenzialismo anomalo, dall’espansione endemica delle pensioni di invalidità alle assunzioni di massa di forestali, ai lavori socialmente utili per i disoccupati organizzati, al rigonfiamento della funzione pubblica. Gli accenni a una ripresa del produttivismo non hanno mobilitato speranze e convinzioni popolari, il caso del ponte sullo Stretto, osteggiato in base a preferenze minimaliste e territoriali è solo l’esempio più recente di questa tendenza. Che se non sarà corretta porterà a un blocco delle prospettive riformatrici anche a livello nazionale.