L’Aula della Camera, con voto segreto, ha respinto i tre emendamenti bipartisan sulle quote rosa per la parità di genere nelle liste bloccate della nuova legge elettorale. La prima proposta di modifica proponeva che “nella successione interna delle liste non possono esservi due candidati consecutivi del medesimo genere, a pena di inammissibilità”. I voti contrari sono stati 335, i favorevoli 227. Bocciato anche l’emendamento che prevedeva una parità di genere al 50% per i capilista (344 voti contrari e 214 a favore). Infine è arrivato il “no” anche alla norma che fissava i capilista nella proporzione di 60 a 40, respinta con 298 voti contrari e 253 a favore. Sugli emendamenti, prima firmataria Agostini (Pd), sottoscritti trasversalmente da varie deputate di altri partiti, il governo si era rimesso all’Aula. Che ha impresso infine uno stop alle quote rosa, facendo trasparire una nuova spaccatura tra i deputati Pd. “Mancano i nostri voti, lo dicono i numeri”, denuncia la deputata prodiana Sandra Zampa, rivolgendosi ai colleghi democrat. A sostegno dell’ampio fronte bipartisan, le deputate di Pd e FI si sono vestite di bianco, mentre i due partiti avevano deciso congiuntamente di lasciare libertà di coscienza ai rispettivi deputati.
Al voto si è arrivati dopo un’intesa giornata caratterizzata da scontri e confronti sull’Italicum cominciati in mattinata con lo stop dei lavori in Aula per tre ore. Raggiunta l’intesa invece, al termine della riunione del comitato dei nove della commissione Affari Costituzionali, sul massimo di collegi fissato a quota 120. In precedenza il testo prevedeva un numero di collegi non inferiore a 115 e non superiore a 125. Il tetto di 120 collegi è stato poi confermato dall’aula. Sempre in base alle modifiche odierne, il governo avrà 25 giorni di tempo dall’entrata in vigore del provvedimento per trasmettere alle Camere lo schema delle tabelle coi nuovi collegi. Dopo che le commissioni parlamentari si saranno espresse, il governo potrà varare – entro 45 giorni dal varo della legge elettorale – il decreto cui è stato delegato. Il Comitato ha inoltre riformulato l’emendamento alla legge elettorale sulle multicandidature. La nuova formulazione prevede un massimo di 8 multicandidature. L’emendamento ha il parere favorevole della commissione. Il relatore alla riforma Francesco Paolo Sisto ha poi annunciato che il cosiddetto Salva-Lega “è defunto”.