Dalla lettura della graduatoria sul peso delle tasse che gli italiani versano all’erario e agli enti locali, emerge un Paese spaccato a meta’. Se al Nord le entrate tributarie pro capite ammontano a un valore medio annuo di 10.229 euro, nel Mezzogiorno, invece, il peso scende a 5.841 euro. In altre parole, il gettito che grava su ciascun cittadino del settentrione e’ quasi il doppio di quello che ricade su un residente del Mezzogiorno. Al Centro, invece, lo sforzo fiscale pro capite si attesta a 9.485 euro. Questi dati emergono da un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia. Come si puo’ interpretare questo “squilibrio” tra il Nord e il Sud del Paese? “Come stabilito dall’articolo 53 della nostra Costituzione – esordisce il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita’ contributiva. Appare evidente che i territori piu’ ricchi del Paese versano di piu’ di quelli che lo sono meno e questo giustifica il forte divario territoriale che emerge in questa analisi. Va altresi’ ricordato che laddove il reddito e’ piu’ alto, il gettito fiscale e’ maggiore e, in linea di massima, anche la quantita’ e la qualita’ dei servizi erogati sono piu’ elevati”.