Politica interna
Renzi: L’agenda del premier italiano si riempie di impegni dopo la Brexit. In giornata Renzi è volato a Parigi per incontrare Hollande, in preparazione dell’incontro di lunedì con Merkel e Tusk. Presente anche il primo ministro francese Valls. E’ il preludio di una situazione inedita, dove al classico asse Francia-Germania si aggiunge l’Italia, per la costituzione di un inedito direttorio a tre. Le trattative lunedì saranno difficili, perché se Hollande e Renzi sembrano vicini la Germania pare ancora lontana. L’incontro è andato bene secondo il premier italiano. I temi discussi hanno coinvolto: la sicurezza, con la creazione di un esercito comune; gli investimenti, per slegarli dal Patto di Stabilità; l’introduzione di una nuova governance dell’euro; l’immigrazione, con Renzi che punta forte sul Migration Compact e si trova d’accordo con Merkel mentre Hollande più distante, pensando a una Schengen 2. Lunedì è una data fondamentale per decidere del futuro dell’Europa.
Centrodestra: Sabato a Parma Salvini ha aperto ufficialmente il cantiere per ricostruire il centrodestra. Punto principale è la questione della leadership, a cui Salvini ha risposto che non è ancora il tempo per scegliere il leader ma che è certo che chi ha fallito in passato dovrà essere escluso. Secondo il segretario della Lega il centrodestra cambierà nome e dovrà avere le idee chiare sui temi principali: immigrazione, tasse e Europa. Presenti le figure più importanti di Forza Italia e Fratelli d’Italia. La ferita di Roma però è ancora aperta, con Meloni che attacca Fi per aver mandato all’aria elezioni che potevano finire diversamente. Meloni ha aggiunto che nella nuova coalizione nessuno dovrà essere indispensabile. Brunetta e Maroni commentando la giornata hanno considerato positive le basi create.
Politica estera
Ue: In un incontro tra i ministri esteri dei sei Paesi fondatori è emerso un messaggio chiaro per la Gb: si risolva in fretta la Brexit. Subito la risposta da parte di Angela Merkel, che calma gli animi e propone un clima sereno per lo svolgersi delle trattative. L’idea della Cancelliera è di mantenere buoni rapporti con un importante partner commerciale e che, nonostante non si debba protrarre troppo, si dovrà lasciare alla Gb il tempo di operare in tranquillità. Quindi seguire il piano di Cameron per cominciare le trattative in autunno, quando sarà eletto il nuovo premier inglese. Fortemente contrario Juncker che ha dichiarato che “non sarà una separazione consensuale e del resto non è mai stata una grande storia d’amore”, come riporta La Stampa. Intanto la Brexit sortisce i primi effetti: in giornata l’inglese Jonathan Hill, commissario Ue ai servizi finanziari, ha rassegnato le dimissioni.
Elezioni Spagna: A poche ore dallo shock Brexit, la Spagna è chiamata alle urne dopo soli sei mesi dalle ultime votazioni. La situazione è molto incerta, in un sistema con quattro forze politiche rilevanti ma con una legge elettorale che favorisce il bipartitismo. Le forze che si scontreranno sono nell’ordine: Partito Popolare, rappresentato dal premier uscente Mariano Rajoy, favorito nei sondaggi ma in leggera perdita; Podemos, guidato da Pablo Iglesias e in ascesa, dopo le elezioni di dicembre che l’hanno proiettato come seconda forza politica nazionale. Recentemente ha stretto un’alleanza con i comunisti di Izquierda Unida; Il Partito Socialista (Psoe), reduce dal peggiore risultato degli ultimi trent’anni e guidato da Pedro Sànchez; la piattaforma Ciudadanos, di orientamento centro-destra e guidato da Albert Rivera. Il risultato di domani difficilmente farà emergere una situazione chiara, con una forza politica di maggioranza assoluta. Probabile quindi che si dovrà ricorrere a compromessi e larghe alleanze. Da non sottovalutare l’effetto Brexit, in un paese dove non esistono radicate forze euroscettiche, ma che potrebbe influenzare l’elettorato a optare o per una scelta che rappresenti la stabilità (Pp) o per una spallata antisistema, favorendo Podemos (che si è comunque sempre schierato a favore dell’Ue).
Economia e Finanza
Banche centrali: Tra ieri e oggi Basilea vedrà sfilare i governatori delle principali banche nazionali, in occasione della 86esima riunione annuale della Banca dei Regolamenti Internazionali, considerata la “banca centrale delle banche centrali”. Il tema ricorrente è stato ovviamente Brexit e come reagire. Sono stati espressi messaggi di ottimismo sulla prontezza ad agire per risolvere le emergenze. Resta però certo che nel prossimo futuro vigerà l’incertezza e che questa dovrà essere risolta il prima possibile. Mark Carney (pres. Bank of England) si è detto disponibile a immettere sul mercato 250 miliardi di sterline. Molto attenta agli sviluppi anche la Fed, che rimanderà probabilmente i piani di rialzo dei tassi. Probabile che i banchieri saranno comunque costretti a chiedere sostegno ai politici per utilizzare la leva fiscale per le politiche monetarie.
Banche Italia: In un incontro con i ministri di Economia e Industria, il premier Renzi ha cominciato a tracciare i piani per rinforzare le banche italiane. Non sono stati esclusi interventi diretti da parte dell’esecutivo, con investimenti dello Stato per fortificare il capitale delle banche. Considerando l’attesa per elezioni spagnole e per gli incontri imminenti dei leader europei, l’Italia punterà forte sul discorso delle unioni bancarie. Prima dovrà però vincere la resistenza della Germania, che teme la condivisione dei rischi di istituti troppo fragili. La soluzione potrà arrivare solo se si raggiungerà l’accordo sulla garanzia europea dei depositi.