Aumentano i posti di lavoro, ma la crescita è soprattutto al Nord. E, i dati Istat, dopo tre trimestri consecutivi di attenuazione dei divari territoriali, nel primo trimestre 2016 segnalano l’aumento del tasso di occupazione è più consistente nel Nord e nel Centro (rispettivamente +0,9 punti e +0,8 punti in confronto a +0,6 punti nel Mezzogiorno); la riduzione del tasso di disoccupazione è invece maggiore nel Centro (-1,4 punti in confronto a -0,9 del Nord e -0,4 del Mezzogiorno).
I divari di genere continuano ad ampliarsi a vantaggio degli uomini: l’aumento dell’occupazione è più forte (+180 mila rispetto a +62 mila le donne) e la crescita del tasso di occupazione maschile è doppia rispetto a quella femminile (+1,1 punti in confronto a +0,5 punti). Anche la diminuzione del tasso di inattività è maggiore per la componente maschile (-0,5 punti rispetto a -0,1 punti le donne). Inoltre, nel Mezzogiorno il tasso di occupazione delle donne rimane stabile e quello di disoccupazione aumenta di 0,4 punti (per gli uomini +1,2 punti e -0,9 punti, rispettivamente).
Tra gli stranieri l’aumento del tasso di occupazione 15-64 anni è più elevato rispetto a quello degli italiani (+1,5 punti in confronto a +0,7 punti) e la riduzione del tasso di disoccupazione è più consistente (-1,8 e -0,7 punti, rispettivamente).
Dopo il forte calo dell’occupazione giovanile in tutti gli anni della crisi, il numero di occupati di 15-34 anni cresce per il terzo trimestre consecutivo (+50 mila, +1,0% in un anno) associandosi all’aumento del tasso di occupazione (+0,7 punti) e alla riduzione del tasso di disoccupazione (-2,0 punti). Gli occupati 35-49enni si riducono in valore assoluto, ma il relativo tasso aumenta di 0,2 punti. Prosegue la crescita più marcata del numero di occupati e del tasso per gli over 50enni, dovuta anche alle minori uscite dal mercato del lavoro per pensionamento a seguito dei cambiamenti della normativa previdenziale.
Nel primo trimestre 2016, il titolo di studio alto si conferma un vantaggio nel mercato del lavoro. Il tasso di occupazione aumenta in misura maggiore tra i laureati accentuando il già ampio divario esistente: 78,0% (+1,5 punti in un anno) in confronto al 62,9% (+0,6 punti) dei diplomati e al 41,7% (+0,5 punti) di chi ha al più la licenza media. Una dinamica simile riguarda il tasso di disoccupazione, che presenta una diminuzione più elevata per i laureati e una disparità nei livelli a favore di chi possiede un elevato livello di istruzione.