Beni immobili, rapporti finanziari e aziende per un valore stimato di circa cinque milioni di euro. È quanto confiscato dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli su provvedimento emesso dalla seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Beni e valori riconducibili a Giuseppe Setola, elemento di primo piano del clan del casalesi, arrestato nel gennaio 2009, condannato a diversi ergastoli e attualmente detenuto in regime di 41bis. I beni sequestrati erano intestati tra gli altri al fratello Pasquale, alla moglie Stefania Martinelli, alla cognata Giovanna Baldascino, ai loro figli. Setola è ricordato soprattutto per il suo ruolo da protagonista nella strage di Castelvolturno “episodio che ebbe risonanza internazionale sia per l’efferatezza dell’atto, che per il coinvolgimento di cittadini africani uccisi in modo del tutto casuale. Il raid stragista provocò dapprima l’uccisione dell’esercente di una sala giochi, con una sessantina di proiettili davanti al suo negozio nella popolosa Baia Verde di Castel Volturno e, poco dopo, di sei cittadini africani contro i quali vennero esplosi in poco meno di trenta secondi, con almeno sette armi da guerra di modello e calibro diverso ben 125 colpi”.