Politica interna
I risultati delle Regionali – Campania, Marche, Puglia, Toscana e Umbria al Pd, la Liguria al centrodestra e il Veneto alla Lega Nord. È questa la mappa “politica” dell’Italia venuta fuori dalle elezioni Regionali di domenica scorsa. I democratici restano la prima forza politica, il M5S guadagna terreno in molte Regioni e per la prima volta conquista un buon risultato alle Comunali, Forza Italia scongiura la scomparsa. Tuttavia è la Lega Nord l’unica a non perdere voti, trainando anzi la coalizione di centrodestra, anche senza decollare al Sud. Secondo il Cise, a pesare sul risultato della consultazione sono stati soprattutto l’astensionismo al 53,9% e un moltiplicarsi di liste civiche che ha tolto voti a Pd e Fi. Quanto ai motivi legati all’agenda politica, secondo il premier Matteo Renzi sono state povertà e immigrazione a penalizzare di più il suo partito. Brucia soprattutto la sconfitta in Liguria, dove dopo dieci anni di centrosinistra l’amministrazione diventa “azzurra”. Di questo Genova e in parte anche Roma accusano la scissione interna al Pd locale.
Le reazioni politiche – Il 5 a 2 delle Regionali è stato “un risultato molto positivo”. Questo il commento del premier Renzi, che, rientrato a Roma dopo essere volato in Afghanistan per salutare i militari italiani in vista della Festa della Repubblica, fa sapere anche di voler andare avanti – fino al 2018 – nel processo di rinnovamento del Paese. Ma anche di un partito la cui minoranza, invece, chiede un cambiamento di rotta. E se Beppe Grillo, che si è detto soddisfatto, rifiuta la prima proposta arrivata da queste elezioni, ovvero l’assessorato all’Ambiente della Liguria, Matteo Salvini parla come se avesse già sfilato la leadership del centrodestra a Silvio Berlusconi. A commento dell’astensionismo arriva l’invito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a evitare le liti tra i partiti. Infine, quanto all’elezione in Campania di Vincenzo De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio, i dem negano un prossimo ritorno al voto per effetto dell’applicazione della legge Severino. La vera questione sembra però quella dei tempi: la decadenza arriverà prima o dopo che il governatore sia riuscito a formare la giunta e a nominare il suo vice?
I Comuni al voto – Tredici capoluoghi di Provincia su 17 andranno al ballottaggio tra due settimane, comprese Venezia e Mantova. Se i ballottaggi dovessero confermare la tendenza del primo turno, si avrebbero 11 primi cittadini di centrosinistra, tre di liste civiche e due di centrodestra. In tutto sono stati chiamati al voto 742 Comuni, in cui si sta completando lo spoglio.
Politica estera
Immigrazione – Non si ferma l’opposizione di Francia e Germania al piano Ue sull’immigrazione. In una lettera, i due Paesi chiedono a Italia e Grecia di fare di più per l’identificazione dei migranti e per rimpatriare o allontanare i clandestini. Bruxelles, invece, deve arginare le tante richieste abusive di asilo che vengono dai Balcani Occidentali dopo la liberalizzazione dei visti. Paletti, questi, che rischiano di far slittare la redistribuzione di 40mila richiedenti asilo tra i vari Paesi, alleggerendo l’Italia di 24mila profughi.
Energia e ambiente – All’apertura dei lavori preparatori della Conferenza di Parigi sul clima, sei colossi europei (Bg, Bp, Eni, Rds, Statoil e Total) hanno chiesto ai governi e all’Onu una regolazione più attenta sulle emissioni per limitare il surriscaldamento globale. L’obiettivo è giungere a una tariffazione comune del carbonio per incentivare il gas naturale.
Economia e Finanza
Grecia – La convocazione a Berlino di una riunione non prevista del comitato politico dei creditori di Atene, più Angela Merkel e François Hollande, fa pensare che ci sia una svolta nella trattativa con il governo greco. Fonti di Bruxelles hanno fatto intendere che i creditori stanno preparando una proposta scritta di accordo. Si tratterebbe di un piano per la Grecia che prevede risparmi per almeno 3,5 miliardi l’anno, incluse misure sulle pensioni. La risposta di Alexis Tsipras chiuderebbe a quel punto il negoziato. Ma il sì non sembra così scontato: ad Atene, infatti, l’ala sinistra di Syriza ha già minacciato di non votare in Parlamento un’eventuale intesa.
Conti pubblici – Dal palco del Festival dell’Economia di Trento, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan conferma che non ci sarà una marcia indietro sulla legge Fornero ma che è sul tavolo una mini-riforma che permetta più flessibilità in uscita e favorisca così l’occupazione giovanile. Senza però far pagare un prezzo troppo alto né ai lavoratori né ai contribuenti. Sul nodo del ricalcolo degli assegni con il sistema contributivo l’Inps ha annunciato una “proposta chiavi in mano” entro giugno. I veri diritti acquisiti, infatti, restano per Padoan quelli basati sui contributi versati. Il ministro ha anche garantito una soluzione sia per la revisione del patto di Stabilità sia per la creazione dei una “bad bank” che risolva il problema delle sofferenze bancarie. Intanto il Tesoro diffonde i dati relativi al fabbisogno dello Stato nei primi cinque mesi dell’anno: 33,8 miliardi, con un miglioramento di oltre 15 rispetto allo stesso periodo del 2014.