Politica interna
Governo – Durante la prima giornata di consultazioni il Presidente del consiglio incaricato Matteo Renzi ha ricevuto, fra gli altri, i rappresentanti di Nuovo Centrodestra. Con Alfano l’intesa non è definitiva e il leader di Ncd ha subordinato l’ok a un vertice sul programma da tenersi “a consultazioni concluse, quando saranno chiare le forze, per verificare se c’è compatibilità tra i programmi”. Ad esempio, il veto a qualsiasi forma di patrimoniale è “totale” per gli ex berlusconiani, così come la necessità di non alterare il “perimetro della maggioranza”. Renzi ha incontrato anche Scelta Civica, Centro democratico, i popolari di Per l’Italia e Gal, incassando il sostegno al nascente esecutivo. E proprio l’apertura inaspettata di Grandi autonomie e libertà, secondo gruppo al Senato e composto prevalentemente da politici ex forzisti, ha rilanciato i retroscena di una stampella occulta offerta da Berlusconi con la regia di Denis Verdini. La delegazione di Fratelli d’Italia ha invece preannunciato “un’opposizione responsabile”, come probabilmente farà oggi Sel. E oggi sarà anche il turno di Forza Italia e Lega Nord, sicuramente all’opposizione. Grossa sorpresa infine in casa M5S: Grillo aveva annunciato di non volere partecipare a “consultazioni farsa”, ma gli attivisti del blog hanno ribaltato la posizione del leader e il movimento ci sarà, chiedendo peraltro al leader del Pd la diretta streaming dell’incontro.
Toto Ministri – I quotidiani registrano il perdurante stallo nella scelta del nome per il Ministero dell’Economia. Cadute le candidature eccellenti di Reichlin, Letta e Barca, in pole rimangono il renziano Delrio e l’economista Tabellini. Indiscrezioni dell’ultim’ora danno già per chiusa la partita, con Renzi che però sarebbe intenzionato a tenere il segreto fino all’ultimo. Tra i politici, Franceschini sarebbe quasi sicuro di andare alla Cultura, mentre Alfano manterrebbe il Viminale, perdendo però la carica di vicepremier. Verso la riconferma Bonino, Lupi, Lorenzin e Orlando.
Politica estera
Ucraina – Il Governo filorusso di Yanukovich ha scelto il pugno di ferro per stroncare le proteste filoeuropeiste che da tre mesi trovano espressione nell’occupazione di piazza Maidan, a Kiev, e rinfocolate ieri dall’erogazione della seconda tranche da 2 mld del prestito concordato con Mosca. L’esercito ha accerchiato i manifestanti e, scaduto l’ennesimo ultimatum, ha scatenato l’inferno con l’obiettivo dello sgombero totale. Il bilancio è pesantissimo, con 15 morti, tra cui 6 poliziotti e duecento feriti.
India – Dopo l’ennesimo rinvio del caso dei due marò italiani da parte della Corte Suprema di New Delhi, la Farnesina ha alzato i toni dello scontro, richiamando per consultazioni l’ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini. Durissimo il Ministro Emma Bonino, che ha parlato di “manifesta incapacità delle autorità giudiziarie indiane di gestire la vicenda”. E in contemporanea a Roma l’ambasciatore indiano è stato convocato alla Farnesina.
Economia e Finanza
Commercio – Hanno sfilato pacificamente in 60 mila a Roma artigiani e commercianti rappresentati da Confcommercio, Cna, Confartigianato, Casartigiani e Confesercenti. Il corteo antitasse e antiburocrazia ha esternato il disagio del ceto produttivo piegato da anni di crisi e dal costante aumento della pressione fiscale e dal credit crunch: “Ci aspettiamo risposte serie e concrete. La protesta è anche un monito per il presidente incaricato e per i partiti: tutti devono prendere che c’è un Paese che sta soffrendo”, ha tuonato Marco Venturi, presidente di Rete Imprese Italia.
Debito – Ė arrivata a sorpresa l’apertura del presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem sulla possibilità “di dare più tempo” all’Italia per centrare l’obiettivo di bilancio del 3% nel rapporto deficit/Pil a patto che la Commissione Ue riceva proposte di “condizioni supplementari”, ovvero sia impegni sulle riforme strutturali e tagli di spesa. E continua la corsa al ribasso dello spread, che ieri ha chiuso a 189 punti base. Il tasso sul Btp decennale ha toccato un rendimento dello 3,55%, ai minimi dal gennaio 2006.