Il declino di Diego Armando Maradona sembra non potersi fermare più. L’ argentino è stato arrestato dalla polizia argentina per detenzione di droga, quella droga che l’ ex campione del mondo, davanti ai giudici italiani, aveva sempre negato di prendere. C’ erano altre due persone con lui nell’ appartamento di calle Franklin dove gli agenti hanno fatto irruzione alle 15, delle quali però non è stato rivelato il nome. Mi è apparso completamente drogato dirà poi un vicino richiamato dal trambusto dell’ arresto e lo sguardo completamente perso. Nell’ appartamento è stato trovato mezzo chilo di cocaina, la conferma è arrivata dallo stesso giudice istruttore. L’ operazione è stata condotta dalla brigata di investigazione del dipartimento antidroga della polizia federale, comandata dal commissario Jorge Chiazzone: un agente che diventerà famoso. Ora Maradona è in isolamento nella sezione antidroga del dipartimento centrale di polizia di calle Caseros. L’ appartamento, nel quartiere Caballito, a cinque chilometri dal centro della città, appartiene a Gabriel Esposito, marito di Maria, sorella di Diego, un compagno immancabile di tutte le notti pazze della vita del giocatore e che una volta fu fermato anche dalla polizia italiana senza patente a bordo di una Ferrari di Maradona. La cocaina è stata trovata in un sacco, Maradona vestiva una maglietta hawaiana, blue jeans e scarpe bianche. Testimoni affermano che, all’ arrivo degli agenti, Maradona avrebbe gettato un pacchetto dalla finestra.
Altri vicini di casa hanno riferito che il giocatore era nell’ appartamento sin da giovedì sera. Appena si è diffusa la notizia dell’ irruzione della polizia, una folla di più di duecento persone si è radunata davanti all’ abitazione e ha impedito per qualche, bloccando le vetture degli agenti, che Maradona potesse essere trasferito in prigione. Marco Franchi, suo manager da pochi mesi, è entrato nell’ appartamento dopo che la polizia vi era entrata, forse chiamato per dare una forma di assistenza legale a Maradona. Alle 18,30 argentine, tarda notte in Italia, è stato fatto un primo tentativo di uscire ma la folla ha cominciato a gridare Diego, Diego e la polizia ha desistito rinunciando a portarlo via subito. Tutte le strade intorno erano bloccate. Più tardi Diego e i suoi due compagni, che portavano la testa coperta da un cappuccio per celarne l’ identità, sono stati accompagnati al Dipartimento antidroga della polizia federale, dove il magistrato, Amelia de Virral, gli ha contestato l’ accusa di detenzione di droga. Le scene di folla si sono ripetute anche all’ arrivo in carcere, dove Maradona è apparso già provato, senza quella calma che lo aveva sostenuto nelle prime ore della sua nuova disavventura.
Aveva sorriso sempre, anche nei giorni dell’ antidoping positivo, anche dopo le udienze a Castelcapuano, a Napoli, per l’ inchiesta della maitresse Cinquegrana: ma adesso i giochi erano davvero finiti, tutte le menzogne accumulate negli ultimi anni, negli interrogatori con i giudici o nelle discussioni con i tifosi erano arrivate al capolinea. Aveva la barba lunga quando è entrato in carcere per iniziare quella che si presenta sin da ora la sua battaglia più dura. E’ parso quasi piangente, un’ immagine della sconfitta che nella sua vita non era mai apparsa. Se per la cocaina trovata nelle urine dopo Napoli-Bari è arrivata solo una squalifica di quindici mesi, le prospettive adesso per il giocatore sono drammatiche. Si era sentito quasi sollevato dopo che i giudici sportivi italiani nella prima sentenza del 6 aprile, lo avevano fermaro fino al giugno ‘ 92. Era stufo del calcio professionistico, voleva tornare a giocare per divertimento, uscire dalla scena e tornare a pescare dorados a casa sua. E’ quello che ha fatto in questi giorni dal 2 aprile, quando è tornato in Argentina, accolto dall’ affetto di una nazione che non voleva credere alla sua colpa. L’ aveva detto anche il presidente Menem, Diego aveva dato tanto alla patria, bisognava aspettare prima di condannarlo definitivamente. Sarà difficile per Maradona adesso conservare l’ amicizia del suo popolo, è la rovina che questo arresto porta con sé. Nel futuro del giocatore adesso non ci sono le partite di calcetto con gli amici di Boca ma il pericolo di una lunga pena detentiva: in Argentina, in questi ultimi tempi, è stata lanciata una campagna antidroga, sostenuta dall’ opinione pubblica, che vuole essere anche una fronda verso la dirigenza del presidente Menem. Molti funzionari della sua amministrazione sono accusati di essere implicati nel riciclaggio dei narcodollari. Il manager Franchi, uscito dall’ abitazione dove Maradona è stato arrestato, si è rifiutato di fare qualsiasi dichiarazione. Si attende ora di conoscere i nomi dei due uomini che gli facevano compagnia nella casa di Esposito.
Fonte la Repubblica