DI LAURA BERCIOUX
Per il 70° anniversario della Liberazione, il nuovo libro “Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza” (Rizzoli) di Aldo Cazzullo, editorialista e inviato del Corriere della Sera. Il titolo è appunto tratto da una di queste, scritta al padre da un capitano d’artiglieria fucilato il 5 aprile del 1944. Cazzullo racconta la Resistenza tra storie vere, lettere di condannati e gli eroi: un gran lavoro di archivio e di ricerca. In questo libro Aldo Cazzullo non attribuisce ai partigiani tutto il merito della Liberazione che senza gli Alleati non sarebbe stata possibile e non censura le pagine nere di quei mesi di lotta, rifiuta il revisionismo teso a porre, sullo stesso piano etico le fazioni, i resistenti e i ragazzi di Salò, dicendo che “una parte giusta ci fu, ed è quella scelta da chi disse no al fascismo”.
Scrive Cazzullo “A rileggere, nell’Italia di oggi, alcuni passi delle ultime lettere di Franco Balbis c’è da sentirsi un verme”. Cazzullo ha il pregio di raccontare la Resistenza che non trovi di solito nei libri di storia, storie dei ricercati nascosti in cantina, dei feriti curati nei pagliai e delle madri che difendono con la propria vita i figli. La storia delle suore di Firenze per aver salvato centinaia di ebrei, la storia don Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo “vi accompagno io davanti al Signore”.
La storia dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi, dei 600 mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani. La Resistenza fu fatta anche dalle donne, dai bersaglieri che morirono combattendo fianco a fianco degli Alleati. Le lotte dei partigiani comunisti come Moscatelli, dei monarchici come Edgardo Sogno, dei cattolici, dei giellisti come Beppe Fenoglio. Una pagina della nostra storia che in questo libro ne racconta le atrocità dei nazisti e dei fascisti, le torture della Xmas e della banda Koch.
Poi gli eroi come Salvo D’Acquisto o i fratelli Cervi, poi altre storie come quella Enrico Mattei, partigiano a Milano e nell’Oltrepò pavese; di Giovannino Guareschi, internato militare in Polonia e in Germania per aver rifiutato di andare a combattere a Salò, di Gino Bartali, che trasportava dentro il telaio della sua bicicletta le carte necessarie per fabbricare documenti falsi agli ebrei, di Sandro Pertini, Gianni Rodari, Italo Calvino. Nel libro le lettere di condannati a morte, le voci dai lager. Storie di uomini e di donne che con il loro sacrificio hanno fatto rinascere l’Italia dalle miserie della guerra.