Di Antonella Catrambone
Il Sud diventa protagonista in Piazza Montecitorio a Roma in occasione dell’Earth Day, la giornata della Terra, giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del Pianeta. La capitale ha, infatti, ospitato il primo veicolo speciale terrestre in grado di produrre e stoccare energia rinnovabile mediante idrogeno. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione H2U – The Hydrogen University – che ha sede a Monopoli, in Puglia, e diretta dal fisico Nicola Conenna il quale ha dichiarato: “questo è l’inizio di un viaggio che ci porterà fino alla conferenza sul clima, la COP 2, che si terrà a Parigi a fine 2015 e con il quale vogliamo porre l’attenzione sulla esistenza e maturità di tecnologie accessibili per combattere i cambiamenti climatici, interamente fondate sulle energia rinnovabili”.
La presentazione di H2M (forma contratta di H2 mobile) è avvenuta in occasione della conferenza dei Presidenti dei Parlamentari dell’Unione Europea. Si tratta di un furgone lungo 15 metri che produce idrogeno dai suoi pannelli solari da 6 kWp (kilowatt di picco). Grazie alla sua ‘apertura alare’ (i fianchi si alzano formando un tetto di 80 metri quadrati interamente di pannelli fotovoltaici) il furgone inizia a produrre energia rinnovabile solare, con cui si è alimenta una sala multimediale viaggiante da 25 posti, adatta ad ospitare dimostrazioni ed eventi itineranti. Tale impianto fotovoltaico alimenta un elettrolizzatore da 1 normal m3/h per la produzione d’idrogeno che viene a sua volta stoccato in bombole da 50 litri cadauna, grazie a 24 batterie tampone da 130 A/h cadauna, presenti sul mezzo stesso.
“Con l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili potremo alimentare le autovetture, soppiantando il petrolio. Un processo energetico efficiente e pulito“, ha sintetizzato il presidente della Fondazione H2U. Si tratta di un prototipo unico nel suo genere la cui idea è iniziata 8 anni fa quando ministro dell’Ambiente era Alfonso Pecoraro Scanio ed aveva come consiglieri Jeremy Rifkin e Carlo Rubbia e che è stato concretizzato attraverso il cofinanziamento da parte della Regione Puglia, con l’apporto di Carbon Tax-Ministero dell’Ambiente e con una parte della spesa a carico della fondazione stessa, in partenariato con l’Università Aldo Moro di Bari.