Politica interna
Il Pd e la sinistra – Oggi pomeriggio si riunisce a Roma la direzione del PD. Argomento principe la legge elettorale: Matteo Renzi chiederà all’assemblea un voto sull’Italicum. Lo scopo è di trovare un’intesa con la minoranza e arrivare in aula entro la fine di aprile con un testo condiviso da tutto il partito. Ma secondo i bersaniani D’Attorre e Stumpo, intervistati rispettivamente dal Corriere e da Repubblica, la questione non si chiuderà oggi. Area Democratica, infatti, insiste con la necessità di modifiche sui temi delle nomine e del ballottaggio con premio alla lista. Intanto la Coalizione sociale di Maurizio Landini si va organizzando per presentare, entro la fine di maggio, un documento che definisca l’identità del movimento e un coordinamento dell’alleanza con gli esponenti delle associazioni promotrici.
Forza Italia – Con un intervento telefonico al convegno di Tajani, Berlusconi ha preso le distanze dalla linea antieuropeista di Salvini. È il segno che l’accordo con la Lega in vista delle regionali non è ancora chiuso. Si suppone comunque che a breve i due partiti dovrebbero trovare un’intesa su Zaia, mentre in Liguria il candidato azzurro potrebbe essere Giovanni Toti. In Campania, invece, si profila una convergenza con NCD su Caldoro. Ma la partita più difficile per il partito potrebbe giocarsi in Puglia, dove Fitto non ha ancora formalizzato il suo sostegno a Schittulli e minaccia uno strappo. Intanto, a un anno dalla scadenza naturale, si continua a discutere sulla poltrona di sindaco di Milano – posizione per la quale, in Forza Italia, si ipotizza la candidatura dello stesso Berlusconi.
Politica estera
Francia – Si è tenuto ieri il secondo turno delle elezioni dipartimentali francesi, che interessavano 101 dipartimenti e più di 4000 rappresentanti locali. Secondo le informazioni fornite in serata, l’affluenza sarebbe stata scarsa, ammontando al 52% degli elettori. Le stime attuali indicano una netta vittoria di Sarkozy: il suo partito UMP avrebbe conquistato tra 66 e 71 seggi. Solo 28, invece, andrebbero ai socialisti di Hollande, che vedrebbe così dimezzarsi il numero di dipartimenti controllati in precedenza. Per quanto riguarda la destra, è probabile che il Front National non arriverà a conquistare nessun seggio – tuttavia il partito di Marine Lepen ha conquistato più voti che alle precedenti Europee.
Marcia a Tunisi – Tunisi ha ricordato le 25 vittime della strage al museo del Bardo con una marcia contro la jihad che ha visto la partecipazione di 70mila manifestanti. I primi ministri europei presenti erano Matteo Renzi, François Hollande e il belga Charles Michel. Delegazioni anche da Germania, Spagna e dai paesi nordafricani. Intanto il premier tunisino ha annunciato la morte del terzo terrorista responsabile dell’attentato al museo del Bardo, ucciso in un raid assieme ad altri otto miliziani.
Economia e Finanza
Grecia – Mentre proseguono i negoziati tra Tsipras e i creditori, la Grecia vive una crisi di liquidità. I risparmiatori temono un blocco dei conti correnti: negli ultimi due mesi i depositi bancari del settore privato sono crollati di 40 miliardi di euro. Intanto la Bce ha chiuso l’accesso alle operazioni di rifinanziamento standard; le banche elleniche, pertanto, possono ricorrere solo alla linea di emergenza che Tsipras è costretto a rinegoziare ogni settimana – e la Bce potrebbe anche decidere di bloccare anche questa. La scadenza più prossima per l’esecutivo Syriza è il 9 aprile, quando la Grecia deve rimborsare 470 milioni al Fondo monetario internazionale.
Spending review – Domani scadono i termini per individuare i tagli della spesa sugli enti territoriali e le società partecipate. Nel complesso Comuni, Province e Regioni sono chiamati a garantire 6 miliardi di risparmi. Inoltre, sempre entro domani, Province e città metropolitane dovrebbero rendere pubblico l’elenco degli esuberi da ricollocare in altri settori della pubblica amministrazione. Intanto al ministero dell’Economia continuano i lavori al Def, il Documento di economia e finanza che dovrà fissare i prossimi obiettivi della spending review. Padoan ha già annunciato che non ci sarà alcun aumento dell’Iva, ma per scongiurare questa possibilità il piano del Governo dovrà indicare la strada alternativa: maggiori entrate o tagli per un valore complessivo di 16 miliardi di euro.