Botta e risposta tra il sottosegretario Faraone e il segretario della CGIL Michele Pagliara sullo sciopero indetto domani davanti Palazzo d’Orleans a Palermo alle 9.30, dai dipendenti regionali e i sindacati autonomi e lo sciopero generale ancora da definire. Risposte al vetriolo, quelle di Pagliara che dice: “Faraone, le frasi di Luciano Lama, farebbe bene a pronunciarle solo dopo avere guardato la realtà magari imparando a leggerla meglio. La Sicilia non è vittima dello Statuto, lo sono i siciliani che, per il 53,2%, vivono in stato di deprivazione, non lo sono certo quelli che, come lui, appartengono alla classe politica e ne hanno tratto solo privilegi. Di fronte alla ‘casta’ in questo Paese anche la ‘Spending Review’ si è fermata. Essa viene esercitata con forza solo con i deboli, sulla pelle dei lavoratori. Se i musei restano chiusi, scaricare la colpa addosso ai lavoratori è troppo facile: mi piacerebbe conoscere, ad esempio, l’idea di Faraone sulla burocrazia della nostra Regione. Dalla mala burocrazia oltre che dalla mala politica dipendono i guasti di questa Regione. Guardiamo alla vertenza della formazione professionale e degli sportelli multifunzionali: essa è emblematica, è lo specchio di una burocrazia incapace quanto incompetente, che in oltre due anni, non ha compiuto un solo atto che non sia stato impugnato dalla Magistratura contabile o dal Tar realizzando sostanzialmente il nulla e tanta macelleria sociale. Qual è il pensiero di Faraone su questo? E della parte politica a cui si riferisce il governo di cui fa parte? Perché non si ci si accorge di tutte queste anomalie?”.
Faraone, che da sottosegretario percepisce circa 20 mila euro al mese, aveva scritto sul suo profilo Facebook, a proposito dello sciopero “Sindacati pronti a imbracciare le armi e a scendere in piazza in Sicilia. Un sit-in e uno sciopero: non uno ma ben due giorni di protesta nella stessa settimana. E in effetti ce n’è proprio bisogno. Si possono tagliare i permessi sindacali nel pubblico impiego, che in Sicilia sono il 600 per cento in più rispetto a quelli dei colleghi nazionali? Si può prevedere che le pensioni dei dipendenti regionali si calcolino con il sistema contributivo, come in tutta Italia? Non sia mai. Dunque si scende in piazza e si protesta. Naturalmente però, dai sindacati, non una sola parola sulla chiusura domenicale dell’ottanta per cento delle aree archeologiche e dei musei siciliani. L’80%. Un danno enorme per il turismo che è e dovrebbe essere fattore di crescita per la Sicilia. Uno scandalo che si consuma nel silenzio generale. Gli scioperi per tutelare i privilegi di pochi? In questa cornice sono veramente una brutta cosa. Come diceva Luciano Lama, “il sindacato deve tenere un linea non corporativa, non indifferente ai problemi del paese, deve mirare all’interesse generale, nazionale”. Non ci sembra sia proprio questo il caso. Noi vediamo un’unica strada praticabile, quella dello sviluppo, il che vuol dire rendere produttivi gli stipendi che si pagano”.