Politica interna
Sergio Mattarella – Prima domenica da presidente della Repubblica per il giudice costituzionale: in mattinata va a messa alla chiesa dei Santi Apostoli, passeggia per il centro di Roma e poi fa una chiacchierata con i suoi predecessori, per telefono con Carlo Azeglio Ciampi, di persona con Giorgio Napolitano. Il resto della giornata lo trascorre chiuso in ufficio con i suoi più stretti collaboratori per preparare il discorso di insediamento. Domani, Mattarella giurerà davanti al Parlamento: tra le priorità del suo discorso Europa, lavoro, temi sociali e riforme, fondamentali per non “tradire” la Costituzione. E per distendere il clima politico dopo lo strappo sul Quirinale, il nuovo capo dello Stato chiama Silvio Berlusconi e lo invita alla cerimonia di insediamento.
L’agenda del governo – L’esecutivo riparte subito con i dossier aperti, a cominciare da quelli economici. Il calendario di questi due mesi è denso di scadenze decisive sia sul piano parlamentare sia su quello europeo. Si torna in trincea con Jobs act, fisco e banche. Matteo Renzi ha già indicato una data fondamentale: venerdì 20 febbraio, quando il Cdm dovrebbe esaminare una consistente serie di provvedimenti su lavoro, fisco e concorrenza. Ma già giovedì prossimo saranno diffuse le previsioni invernali della Commissione Ue. Intanto il presidente del Consiglio avverte Fi: con le riforme andiamo avanti comunque perché anche da soli abbiamo i numeri.
I partiti – Dopo il fallimento delle trattative sul Quirinale, in casa Forza Italia vacilla Denis Verdini: Berlusconi starebbe pensando di rinunciare sia alla sua figura di mediatore sia alla sua presenza nel partito. L’ex Cavaliere frena i falchi e dice che il patto del Nazareno regge ma a nuove condizioni: l’obiettivo è riprendere in mano il partito e confrontarsi con il Pd su un piano di parità. È sempre più in crisi il Nuovo centro destra a causa della scelta di Alfano di votare Mattarella: dopo le dimissioni di Sacconi e Saltamartini, nel partito c’è chi chiede ad Alfano di lasciare il Viminale per fare solo il segretario. Intanto, dopo la totale autoesclusione dalla partita del Colle, una parte del Movimento Cinque Stelle avrebbe espresso la volontà di incontrare il nuovo capo dello Stato per parlare di legge elettorale.
Politica estera
Giappone – Il Paese è sotto choc per la morte di Kenji Goto, il secondo ostaggio giapponese ucciso in una settimana dall’Isis. Il premier Shinzo Abe promette di farla pagare cara agli assassini e, sull’onda dell’emozione suscitata nel Paese dalle due barbare esecuzioni, intende ottenere una reinterpretazione della Costituzione pacifista che impedisce al Giappone azioni militari. Il premier chiede di poter aiutare gli alleati sotto attacco e di intervenire per soccorrere i giapponesi all’estero. Un piano che rappresenterebbe anche la risposta di Tokio alla crescente presenza militare cinese.
Francia – I redattori di Charlie Hebdo, il periodico satirico francese che lo scorso 7 gennaio ha subito un attacco terroristico che ha causato 12 morti, hanno annunciato che, almeno per le prossime due settimane, il loro giornale non sarà in edicola. La portavoce Anne Hommel evoca il dolore e la stanchezza, specie quella psicologica, di quel che resta della redazione. Una pausa a tempo indeterminato motivata dallo stress, una sospensione in attesa di capire. Una pausa che, assicurano i redattori, non significa rinuncia né tantomeno arrendevolezza.
Economia e Finanza
Grecia – La Francia e Barack Obama si schierano a fianco di Alexis Tsipras nella guerra contro l’austerity. E un gesto di distensione arriva anche dalla Commissione Ue: secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, il presidente Junker sarebbe disposto ad abolire la mediazione della Troika nella gestione della questione greca. Dopo l’incontro tra i ministri delle Finanze francese e greco, fonti del ministero ellenico fanno sapere che sul problema debito l’idea della Grecia sarebbe una moratoria di 2-3 anni nei pagamenti, abbastanza per investire il surplus di bilancio in politiche sociali e investimenti che riassorbano la disoccupazione e recuperino il 25% di Pil perso durante la crisi. Del caso greco hanno parlato anche Renzi e Angela Merkel ieri in un colloquio telefonico: il premier ha rassicurato la cancelliera, niente assi mediterranei e sì al rispetto dei patti.
Pmi – Otto miliardi di garanzie, che hanno liberato finanziamenti per 12,9 miliardi, e 60 mila imprese ammesse: è il bilancio 2014 del Fondo centrale per le Pmi. Uno strumento che, dall’inizio delle crisi, ha portato benefici a 411 mila imprese. Il Fondo è ancora al centro dell’azione del governo: tra le prossime mosse si lavora per estenderlo ai titoli Abs cartolarizzati, con crediti nei confronti delle Pmi. La misura era già inserita nella bozza dell’Investment compact, ma poi è stata stralciata per problemi di copertura.
E se nella festa di SanBiagio (San Bias o sole pe’ccas) un raggio di Sole illuminasse, il giorno dopo la festa del Signore, un altrettanto Signore da fargli cancellare un’infamia?…(un miracolo può sempre accadere)